Nel nuovo numero di Heisenberg esploriamo il tema dell’evoluzione: come si diventa consapevoli e come si affronta un cambiamento importante.
Una volta un saggio, un famoso mistico indiano del secolo scorso, affermò che l’unica speranza che esiste di ottenere una vera evoluzione della specie, il cosiddetto “uomo nuovo”, è possibile solamente nell’Occidente industrializzato e non nell’Oriente dei monasteri e dei guru.
Il mondo restò a bocca aperta di fronte a un’affermazione di tale portata.
Ma come? È universalmente noto che in Oriente vi è un’enorme attenzione alla crescita spirituale, al diventare consapevoli, a differenza dell’Occidente che è concentrato sul materialismo e sul consumismo.
Che cosa andava dicendo questo famoso mistico? Era forse uscito di senno?
Ebbene no, non era uscito di senno.
Anzi, aveva compreso qualcosa di fondamentale: solamente quando hai soddisfatto i bisogni primari, hai la possibilità e, lasciamelo dire, anche il dovere, di occuparti della tua crescita personale e dello sviluppo del tuo livello di consapevolezza.
Diceva il saggio:
“Come posso io andare da un uomo che combatte ogni giorno per dare un tozzo di pane ai suoi figli a parlare di illuminazione? Non mi ascolterebbe mai, avrebbe ben altro a cui pensare. Ma voi occidentali, che avete soddisfatto ogni vostro bisogno e ancora non siete felici, voi sì, siete pronti per capire che la risposta alle vostre domande non sta fuori, ma dentro di voi”.
Ma che cosa significa diventare consapevoli?
Oggi si fa un gran uso di una terminologia che definiamo “elevata”, tanto che molti di questi vocaboli ormai sembrano aver perso il loro significato originario, che era invece così importante.
Diventare consapevoli, essere consapevoli significa portare all’attenzione della tua parte conscia tutti quei comportamenti automatici che metti in atto senza rendertene conto e che sono il 95% di tutti i tuoi comportamenti, abitudini, azioni e reazioni.
Sì, hai letto bene: il novantacinque per cento!
Infatti, solo il 5% dei tuoi comportamenti proviene da un ragionamento cosciente del tuo cervello, per il resto funzioni in reazione a programmazioni e a strategie di sopravvivenza che hai imparato negli anni.
Se dovessi chiederti che tipo di persona sei, cosa risponderesti?
Prova a pensarci qualche istante.
Ora ti dirò qualcosa che potrebbe scioccarti: qualsiasi risposta tu abbia dato non è la verità.
Sì perché “quella cosa lì” è in realtà solo il risultato dell’idea che ti sei fatto riguardo a chi sei.
Sebbene per la mente rappresenti un riferimento è un’idea che tiene imprigionati, che rende schiavi.
Cambiare se stessi e lasciar andare
Quindi ora passo alla domanda successiva: sei pronto a mettere in discussione chi sei veramente?
Lo so, lo so… detta così spaventa un po’.
Eppure, l’unico modo per giungere al nostro centro perfetto, immutabile e inattaccabile, è quello di iniziare a mettere in discussione ciò che crediamo di essere.
E non è facile, perché noi siamo davvero convinti di essere “quella cosa lì”, quella che vedono le persone che ci sono vicine, i familiari, gli amici, i colleghi.
Siamo convinti di essere quel personaggio che interagisce con altri personaggi e si esibisce quotidianamente sul palcoscenico della vita.
Ma noi non siamo quel personaggio.
Quello è, appunto, un personaggio che interpretiamo.
E lui può fare delle cose bellissime: può amare, può vincere, può essere generoso e coraggioso.
Ma allo stesso tempo, quando cambia la scena e il copione prende un’altra strada, può fare delle cose tremende: può odiare, può ferire, può spaventarsi e nascondersi oppure attaccare e colpire.
Sia metaforicamente che, nei casi più estremi, concretamente.
Ma noi non siamo quel personaggio.
Noi in realtà siamo dietro le quinte, nascosti dal pesante velluto rosso del sipario. Intatti, inalterati da quando siamo nati. Perfetti, eterni.
Ora, se ti chiedo di lasciare andare per qualche secondo quell’idea che hai di te, cosa senti?
Prova a farlo veramente: lascia andare via le definizioni che hai sempre creduto ti riguardassero, sia quelle “belle” sia quelle “brutte”.
Ti hanno definito “gentile”, non sei gentile, lascia andare… ti hanno definito “nervoso”, non sei nervoso, lascia andare… ti hanno definito “simpatico”, non sei simpatico, lascia andare… ti hanno definito “noioso”, non sei noioso, lascia andare…
In questo vuoto, in questa assenza di etichette, cosa percepisci?
Smarrimento, va bene. Ma anche calma, accettazione, vastità.
Riesci a percepire quel campo di infinite possibilità in cui c’è tutto e ogni cosa?
Perché ancora non ti permetti di sperimentarlo veramente quel campo di infinite possibilità, concretamente nella tua esperienza quotidiana?
Spesso proprio per quelle idee che hai di te, nelle quali resti imprigionato.
Cosa trovi dentro Heisenberg di Gennaio?
Il tema di questo nuovo numero di “Heisenberg” è Evoluzione, e la lettura delle sue pagine può aiutarti tantissimo.
A cominciare dalla rubrica “Punti di Svolta” in cui Francesco Guerrieri e Silvia Mazzucato hanno approfondito rispettivamente tre modi concreti per riportare la tua attenzione su di te e il potere nascosto che può avere qualsiasi tipo di fallimento se vissuto in modo consapevole.
Il cambiamento è qualcosa che spesso spaventa, ma una volta che riusciamo ad attraversarlo nella maggior parte dei casi ci porta a scoprire nuove realtà e panorami mozzafiato che non avevamo neppure sperato.
Come affrontare l’esperienza del cambiamento restando aperti e in fiducia questo mese ce lo spiegano magistralmente i Master Deva con i loro articoli della rubrica “Il Livello Successivo”.
Quello di Febbraio sarà il nostro terzo Satsang.
Alessandra e io non vediamo l’ora di viverlo insieme a tutti voi perché si tratta di una forma di contatto talmente profonda e sincera che è un regalo anche per noi partecipare, credimi.
L’atmosfera di intimità che si crea, lo scambio di energia, le domande profonde e le risposte che vengono dal cuore. È così che ci piace, e dalle reazioni di chi ha partecipato sono felicissimo di poter dire che vale lo stesso.
Voglio dirti un’ultima cosa a cui tengo molto: personalmente non amo identificarmi, qualsiasi cosa gli altri dicano di me è una loro opinione, non la mia.
Qualsiasi cosa dicano, “bella” o “brutta”, è una rispettabilissima opinione, ma non è la Verità.
Io voglio sentirmi libero di essere qualsiasi cosa, di poter cambiare in qualsiasi momento e poi cambiare ancora il giorno dopo e quello dopo ancora.
Voglio poter evolvere.
Questo significa diventare “grandi”, non si tratta di crescere in altezza o di aggiungere un compleanno dopo l’altro.
Il tempo che passa non muta quello che abbiamo dentro, a meno che non siamo noi stessi a decidere di evolvere e diventare davvero “grandi”.
Grandi di cuore, grandi di anima… siamo qui (tu e io) per questo.
E allora diventiamo un po’ più “grandi” insieme grazie a questo nuovo numero di “Heisenberg”.
Buona lettura!