Come smettere di giudicare ed entrare in uno spazio d’amore

smettere di giudicare - Relazioni - Blog Rivista Heisenberg

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E se quello che abbiamo sempre saputo in materia di giudizio fosse del tutto sbagliato?

Se ci fosse un altro modo di vedere il giudizio senza bisogno di sforzarsi per combatterlo sentendoci in colpa perché non riusciamo a smettere di giudicare?

Uno sguardo rivoluzionario sul modo di interpretare il giudizio e anche un metodo semplice per lasciar andare il giudizio del tutto.

Uno dei modi che ho per continuare ad alimentare la mia crescita personale è quello di leggere.

Un altro è quello di ascoltare: meditazioni, podcast, musica, audiolibri, tutti strumenti utilissimi ed efficaci che ti consiglio di utilizzare a tua volta.

Ma quando leggo è come se il mio cervello e il mio cuore si unissero e apprendessero su più livelli ciò che mi colpisce in quel momento, e quello che voglio condividere con te in questo articolo è un concetto che ho appreso proprio leggendo.

Perché giudichi?

In questo numero di Heisenberg il tema è quello del giudizio.

Tema profondo e delicato, di cui si parla spessissimo e che è stato sviscerato più o meno in tutte le sue forme.

Si può dire che è uno dei grandi temi degli ultimi 150 anni, più o meno da quando un certo Signor Freud cominciò a parlare di inconscio e il grande pubblico divenne appunto consapevole che c’è molto di più di ciò che si può vedere dietro a ogni nostro comportamento.

Dicevo, si parla molto di giudizio, di giudici interiori (il famoso “super-io”), di quanto questo giudicare sia un po’ il cancro di una socialità che stenta a trovare una via di pacificazione fra noi e l’altro, e dove il giudizio ha proprio la funzione di barriera che ci separa e ci divide dal prossimo.

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Ma perché giudichi?

Una volta anni fa avevo letto una definizione che spiegava come noi attraverso il giudizio di fatto definiamo noi stessi.

Dicendo all’altro “tu sei così” è come se dicessimo a noi stessi “io non sono come te e quindi sono…”.

Un’affermazione della propria identità, un bisogno di auto riconoscersi messo in atto attraverso il giudicare.

E in effetti come spiegazione mi aveva anche abbastanza convinto.

Un’altra famosa definizione del giudizio è quella che dà la PNL che ci dice: “Come una persona giudica il mondo ci dà una mappa precisa del suo territorio”

Chi conosce un po’ la PNL sa quanto la mappa e il territorio siano due concetti che ricorrono continuamente in questa disciplina.

E questa è forse la definizione più vicina alla realtà, come vedremo in seguito.

Ma la frase che credo tutti abbiamo sempre detto e approvato è questa: si giudica qualcuno dai suoi comportamenti e non da quello che dice o pensa.

E devo ammettere che persino io ho sempre trovato questa affermazione totalmente vera.

Quante volte, anche in una relazione, ho detto e accettato che “contano i fatti, non le parole”.

L’amore si dimostra con le azioni; se ti comporti così allora significa che non mi ami; le tue azioni raccontano chi sei veramente; e così via.

Sempre a ribadire lo stesso concetto: io le persone le giudico per le loro azioni, e mi sento anche giusta e corretta nel farlo.

E poi… uno dei giorni scorsi, in cui stavo appunto leggendo e cercando materiale e ispirazione proprio per scrivere questo articolo, mi imbatto in qualcosa che cambia completamente la mia certezza.

E ciò che ho letto è questo, te lo riporto fedelmente, così poi lo commentiamo insieme:

Non è affatto necessario smettere o lasciar cadere la tendenza a giudicare le persone; devi comprendere perché giudichi e in che modo puoi giudicare.

Puoi giudicare solo il comportamento, perché solo il comportamento è accessibile. Non puoi giudicare la persona, perché la persona è nascosta dietro il suo agire, la persona è un mistero.

Puoi giudicare l’azione ma non puoi giudicare l’essere. E l’azione è irrilevante; un giudizio sull’essere attraverso l’azione non sarà mai corretto.

A volte accade che un uomo sorrida; quell’azione è presente sul volto e in profondità dentro di sé potrebbe essere triste. Infatti, potrebbe sorridere perché è triste; non vuole mostrare la sua tristezza a nessuno – perché mai dovrebbe esporre le sue ferite a tutti? Perché farlo? È una cosa imbarazzante… potrebbe sorridere perché in cuor suo sta piangendo.

Dunque, la prima cosa da comprendere è questa: tu puoi osservare solo il comportamento e il comportamento non significa granché. Tutto ciò che è veramente significativo è la persona alle sue spalle; e tu non la conosci.

Inevitabilmente i tuoi giudizi saranno sbagliati; e sai che è così: le persone ti giudicano in base alle tue azioni, e tu hai sempre la sensazione che il loro giudizio sia sbagliato. E questo perché tu non ti giudichi in base alle tue azioni, ti giudichi in base al tuo essere.

Dunque, tutti hanno la sensazione che qualsiasi giudizio sia ingiusto. Tu hai questa sensazione: quei giudizi sono ingiusti perché a te il tuo essere è accessibile; e l’essere è un fenomeno così grande, mentre le azioni sono così infinitesimali e piccole, che non lo possono definire: potrebbe essere solo qualcosa di momentaneo.

Ti rendi conto di quanto questo concetto sia rivoluzionario rispetto all’idea che abbiamo sempre avuto di come giudicare qualcuno?

Le azioni non contano, i comportamenti non contano, questo si dice.

Ciò che conta è la persona, ma quella tu non la puoi giudicare perché non la conosci.

Ed ecco così spiegato perché tutti noi ci giudichiamo diversamente da come ci giudicano gli altri.

Siamo portati a dire che “ci giustifichiamo” ma anche questo viene completamente ribaltato: in realtà noi siamo in contatto con il nostro essere e quindi, a differenza degli altri, giudichiamo le nostre azioni vedendole infinitamente più piccole di fronte all’immensità di noi stessi.

La dignità dell’essere umano

Ora, io potevo scegliere di scrivere questo articolo dicendo più o meno le solite banalità sul giudizio e sulla relazione che puoi trovare in migliaia di libri o di articoli o di discorsi, ma non sono interessata a fare quello.

Ciò che mi interessa fare, nel momento in cui impiego il mio tempo e quello di te lettore che mi stai leggendo, è portare l’attenzione su temi profondi e in grado di cambiare significativamente l’angolo di osservazione.

Perché è l’unico modo di cambiare la qualità della nostra vita.

E questo concetto l’angolo di osservazione lo cambia davvero.

Questo è qualcosa su cui riflettere profondamente.

Qui si dice che non puoi giudicare perché ciò che giudichi è solo la superficie, solo l’effetto, ma ciò che sta sotto tu non lo conosci davvero e quindi non sei in grado di esprimere un giudizio circostanziato, perché le circostanze ti sono ignote.

E ancora:

Con il tempo diventa sempre più consapevole della privacy dell’essere.

Ogni essere all’interno della propria anima è così privato che non c’è modo di penetrarlo. Perfino quando ami, qualcosa nell’essenza più intima resta privato; quella è la dignità dell’essere umano.

Quello è il significato del dire che l’uomo ha un’anima; anima indica ciò che non potrà mai diventare pubblico; qualcosa rimarrà sempre profonda, persa in qualche mistero.

La dignità dell’essere umano, la privacy dell’essere.

Che concetti meravigliosi, quanto rispetto dell’altro dobbiamo avere quando ci accostiamo a lui.

Troppo spesso, in nome dell’amore, diventiamo invadenti e pretendiamo di sapere tutto: “Dimmi tutto, voglio sapere tutto di te, non avere segreti, passato presente e futuro”.

E l’altro inizialmente prova a raccontarsi ma poi scopre che non è possibile, nessuno può dire tutto, ci sarà sempre qualcosa di privato profondamente conservato nella propria anima.

La dignità dell’essere umano… solo a scrivere queste parole sento l’energia che si eleva.

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Lasciar andare il giudizio

E in ultimo:

Il tuo giudizio mostrerà più che altro qualcosa di te, e non qualcosa di quell’uomo.

“Non giudicate, per non essere giudicati” è ciò che dice persino Gesù. Il tuo giudizio rivela qualcosa di te, nulla della persona che hai giudicato; perché la sua storia ti rimarrà inaccessibile, non potrai raggiungere il suo essere.

Ogni contesto è perduto, esiste solo il flash di un momento; e la tua interpretazione sarà solo qualcosa di tuo: rivelerà qualcosa di te.

Vedendo tutto questo, il giudizio scompare.

Ed ecco che torniamo alla definizione data dalla PNL: il tuo giudizio indica agli altri chi sei tu, come mappi il tuo territorio, quali sono i tuoi valori e le tue regole.

Ma non fa assolutamente capire a te come sono le persone che stai giudicando, quello è impossibile.

Se esiste un modo di comprendere davvero qualcuno, quello è l’amore.

“Non si vede bene che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi” diceva il Piccolo Principe. Ed è così. Solo attraverso la connessione emozionale, con l’empatia, attraverso l’amore per l’altro possiamo comprenderlo e contattare la sua anima.

A quel punto non dobbiamo nemmeno sforzarci di non giudicare, perché in quello spazio il giudizio semplicemente scompare da solo.

Quando giudichiamo siamo soli, o per meglio dire siamo separati. Non c’è unione profonda nel giudizio, c’è solitudine semmai. Non perché ci separiamo dall’altro, ma perché ci separiamo da noi stessi… ci dis-uniamo.

E quella è la vera solitudine.

Se non lo hai mai fatto, comincia a farci caso, a sentire la differenza tra quando sei in uno spazio di amore e connessione e quando invece sei in uno spazio mentale di divisione e giudizio.

Quando mi è capitato di dover raccontare questi due spazi visualizzandoli, mi è venuto da dire che lo spazio d’amore è come quando nelle favole il regno è verde e rigoglioso e pieno di luce e di allegria, mentre lo spazio mentale di divisione e giudizio è come quando lo stesso regno cade sotto un incantesimo malvagio e diventa grigio e gelido e immobile, come sospeso nel tempo.

Osho, l’autore dei meravigliosi spunti di riflessione che ho condiviso in questo articolo, suggerisce un metodo molto semplice per lasciar andare il giudizio quando ci assale, per smettere di giudicare, ed è il respiro.

Espirare per lasciar andare il giudizio ed inspirare aria fresca e pulita, ma in conclusione lascio che sia lui a raccontarci come fare:

Tutte le volte che senti arrivare un giudizio e che stai entrando in una vecchia abitudine, espira subito – come se stessi buttando fuori il giudizio insieme all’espirazione. Fallo profondamente, premendo all’interno lo stomaco e non appena getti fuori l’aria senti, visualizza, che l’intero giudizio è uscito.

Quindi, inspira profondamente aria fresca, due o tre volte e osserva soltanto cosa accade. Sentirai una completa freschezza; la vecchia consuetudine non sarà più in grado di ripetersi.

Inizia con l’espirazione, non con l’inspirazione. Quando vuoi portare qualcosa dentro, inizia a inspirare, se vuoi espellere qualcosa, inizia a espirare e osserva come la mente viene immediatamente influenzata.

Non preoccuparti, perché la preoccupazione dona alla mente enfasi e la nutre. Fai semplicemente così e vedrai che la mente si sposterà da un’altra parte; una nuova brezza è arrivata. Se non resti nel vecchio schema, non ripeterai la stessa abitudine. E questo è vero per ogni consuetudine.

Spero che queste riflessioni sul giudizio ti abbiano arricchito come hanno arricchito me, se ti fa piacere fammi sapere cosa ne pensi sia tramite il mio canale Instagram @alessandracroceofficial che scrivendo via email all’indirizzo: relazioni@rivistaheisenberg.com

Mi piacerebbe confrontarci su queste tematiche!

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