Bentornati su Pianeta Corpo, il luogo dove il corpo riconquista la centralità e la sacralità che merita.
Il tema di questo mese su “Heisenberg”, la fiducia, mi ha davvero messo a dura prova. Sono stata costretta a riflettere sul rapporto di alleanza tra me e il mio corpo, perché se non parto da me stessa, non posso condividere una testimonianza onesta e potente.
Ammetto di averci messo un po’ a scrivere questo articolo. Non riuscivo a far fluire liberamente le parole, quasi come se i miei pensieri fossero bloccati.
E sono partita proprio dal “fidarsi del proprio corpo”, e mi sono chiesta: come posso fidarmi del mio corpo, proprio adesso che è così fragile e diverso da prima?
Okay, faccio un passo indietro.
Il mio corpo nuovo
Sono una guerriera, perché atleta e maestra di karate e di yoga.
Ho portato il mio corpo al limite per 30 anni, l’ho contorto, allungato, gli ho fatto assumere le forme più plastiche e incredibili.
Avevo il pieno controllo su di esso e lo spingevo al massimo, con grande rispetto e amore, e sentivo che mi faceva stare proprio bene.
Mi sono sempre fidata al 100% del mio corpo, perché prestante, atletico, forte. Uno strumento “invincibile”, forse tra le mie più grandi certezze fin da quando ero una bambina.
E perché allora ci ho messo settimane prima di riuscire a mettere per iscritto le mie sensazioni, come se questo argomento fosse “difficile” da affrontare?
Perché ora non sono solo un corpo, bensì due.
Non ho più il controllo totale sui miei movimenti, sul mio peso, sulle mie forme e io sono in totale balìa di un piccolo essere umano che cresce dentro di me.
Questo Pianeta ha un credo: ogni corpo è unico e sacro, e come tale va onorato.
Spesso ciò che ci trae in inganno è l’identificazione profonda di noi stessi nell’estetica e nella forma del nostro stesso corpo, che poi può accadere per svariati motivi, e non sto parlando solo della gravidanza, che esso sia costretto a modificarsi e trasformarsi.
Di fronte a questo cambiamento ci ritroviamo (quasi tutti) inermi, bloccati e spaventati.
Beh giustamente, potrete dirmi. Nasciamo con questo corpo e arriviamo fino alla fine sempre con lo stesso.
Ma la cosa che non ci viene detta è che non siamo solo quello.
Siamo sì un corpo, ma anche una mente e soprattutto uno spirito.
Quindi la totale identificazione di noi stessi con il corpo che ci è stato dato in questa vita, è un errore.
Ho trascorso i miei primi 3 mesi di gravidanza davvero in stato di allerta.
Avevo paura di fare qualsiasi micro-movimento e anche sedermi in macchina diventava un’impresa eroica. Per non parlare della pratica delle mie adorate arti marziali, che sembravano un lontano ricordo.
Non riuscivo più ad avere fiducia nel corpo, nel mio stesso corpo.
Non mi fidavo più di nulla in realtà, perché non avevo più il controllo su nulla.
All’arrivo del quarto mese di gravidanza, ho cominciato a muovermi con più sicurezza, ma sempre con grande delicatezza e cura.
Stavo cambiando il mio atteggiamento nei confronti del mio corpo nuovo e per questo, piano piano stavo anche riconquistando la fiducia nel mio corpo e in me stessa.
Ho cominciato a registrare delle classi molto semplici e di breve durata per il mio sito e a poco a poco mi sentivo più sicura nei movimenti.
Me la stavo vivendo meglio, perché forse avevo accettato di non poter controllare tutto.
Costruire la fiducia nel corpo
La fiducia va costruita ed è necessario il tempo che ci vuole.
Apertura, atteggiamento positivo, perdita di controllo, attesa, pazienza.
Facevo delle prove e man mano che vedevo il mio corpo seguirmi, aggiungevo un movimento in più, una consapevolezza in più.
Stavo costruendo un rapporto di fiducia molto più solido con il mio corpo nuovo, perché non avevo il pieno controllo su di esso, ma il pieno rispetto.
Ora sono nel terzo trimestre di gravidanza e non solo mi fido del mio corpo, che sta dimostrando di essere eroico, ma anche del piccolo corpo del mio Bambino che mi abita.
La fiducia è magia pura.
Prenditi un momento.
Chiudi gli occhi, respira lentamente dal naso ed espira delicatamente dalla bocca.
Ad ogni espirazione ti alleggerisci un po’, lasci andare qualche peso dal petto e ricominci a sentirti leggero. Sei in un luogo caldo e sicuro. Respira lentamente e percepisci tutte le sensazioni che il tuo corpo ti comunica.
Lascia fluire i pensieri senza controllarli, permetti loro di esistere così come essi sono.
Percepisci il buio, l’oscurità dei tuoi occhi chiusi, che ti avvolge. È un’oscurità buona, familiare, calda.
Ti sembra di esserci già stato, un luogo a te caro e che ti culla.
È l’utero materno.
Il luogo dei luoghi, una caverna tenebrosa e mistica, misteriosa e sacra.
Respira, resta in ascolto delle tue sensazioni e lasciati andare alle emozioni, alla vita.
Vostra Guerriera Gentile