Perché la gente ti giudica: il segreto per capirlo

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Ti sei mai domandato perché la gente ti giudica? Ed è davvero possibile capire come smettere di giudicare?

Ti è sicuramente capitato di ricevere un giudizio e sentirti ferito. Ma il giudizio non è qualcosa che ricevi soltanto: anche tu sei portato a giudicare. In questo articolo ti parlo di entrambe le facce della medaglia: il giudizio ricevuto e il giudizio dato. 

Se penso al giudizio mi vengono in mente tutte le volte che mi sono sentita giudicata, in maniera anche pesante, sul mio operato, sulle mie azioni o i miei comportamenti.

A volte il giudizio tocca parti tanto profonde da far male. Altre volte ricevi giudizi che ti fanno star bene “sei stata brava”, “sei una bella persona, positiva e sorridente”. E qui prendi il giudizio o l’apprezzamento e lo porti a casa, te lo meriti e ti fa bene.

In questo articolo però, voglio parlarti di tutti quei casi nei quali il non aver capito perché la gente ti giudica può rappresentare un pugno nello stomaco, far male, lasciare un segno. 

Anche semplicemente frasi come “sei disorganizzato”, “non sei capace di portare a termine un compito”, “sei una persona arrogante”, “questa situazione è difficile da gestire” possono infatti risultare pesanti da sopportare. 

Il giudizio: l’occasione per evolvere

Capire davvero perché giudichiamo gli altri richiede un buon lavoro di introspezione. 

Ti è sicuramente capitato di ricevere determinati giudizi e sentirti ferito nella parte più profonda. Ma il giudizio non è qualcosa che ricevi soltanto. Anche tu sei portato a giudicare, è inevitabile. 

Rifletti, in questa giornata mentre leggi le mie parole, quante volte ti è capitato di giudicare?

Quante volte hai espresso un pensiero su qualcuno o qualcosa in modo negativo, forse anche un po’ pesante? Se ci pensi trovi tanti giudizi espressi anche in una sola giornata. A volte pesanti, altre volte un po’ meno. A volte li espliciti, altre volte li tieni dentro.

“Ehh Bice ma io potrei smettere di giudicare gli altri e le situazioni, ma non capisco davvero perché la gente ti giudica. Come faccio a interrompere il giudizio degli altri?”.

Non ti sto infatti chiedendo di interrompere. 

Ancora una volta ti sto chiedendo di seguire il mio viaggio nel giudizio per imparare dal giudizio stesso. 

Non puoi interrompere la catena del giudizio: i giudizi ci sono sempre stati e ci saranno sempre. L’abilità da acquisire è fare in modo che il giudizio diventi occasione per te di cambiamento ed evoluzione.

Partiamo da te e da quello che accade nelle tue giornate. Sei sicuro, sicura di non giudicare mai? Ti capita di essere nel traffico e giudicare? Sei in auto e una persona ti taglia la strada… già sento le tue parole “ma chi si crede di essere!”, “non sa guidare e non conosce il codice della strada” e magari parole più pesanti. Alla guida siamo spietati con il giudizio.

Vado dal panettiere e incontro una persona che abita nel quartiere e penso “ma questo viso sempre imbronciato, non sorride mai. Ce l’ha con me?”. Oppure “il mio collega è sempre arrogante”, “certo che ha un modo strano di vestirsi, poco femminile. Eppure, è una bella ragazza”.

E poi c’è il giudizio dei giudizi “io non giudico mai”. Ebbene, già solo per il fatto di pensare di non giudicare, stai giudicando e nascondendo una parte di te. 

Vuoi che vada avanti? 

Hai tanti motivi e tante situazioni per giudicare, ti trovi di fronte a situazioni che non rispecchiano le tue aspettative, il tuo modo di fare. Ti trovi di fronte a persone che sono diverse, siamo tutti diversi, e chi per un aspetto chi per un altro diventa oggetto di giudizio. 


La differenza non la fa chi giudica e chi no. La differenza la fa chi è consapevole di giudicare in alcuni momenti e si rende conto che quel giudizio sta proiettando una parte di sé.

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Perché la gente ti giudica?

Tutte le volte che punti il dito contro una situazione o una persona, per ogni indice puntato all’esterno, hai tre dita che di riflesso puntano verso di te. 

Cosa ti fa comprendere questo? Che ogni volta che giudichi qualcuno o qualcosa stai giudicando te stesso, stai punzecchiando una tua parte ferita, che ti fa male. E per non sentire dolore porti all’esterno il giudizio. 

Per capire davvero perché la gente ti giudica ti racconto quanto accaduto a un’aspirante Deva, Alessia, che si è trovata ad affrontare una situazione particolare. 

Nel suo gruppo di amici entra una nuova ragazza che lei definiva come una persona arrogante, che vuole sempre avere ragione. Il suo punto di vista è quello valido per tutti e non ci sono ragioni di cambiarlo. 

Sa che questa persona non ha mai espresso un giudizio esplicito su di lei, ma Alessia è arrabbiata e non fa altro che ripetere, giudicando, “quanto è arrogante questa persona. Rasenta la cattiveria a volte. È presuntuosa, non la sopporto”.

Alessia punta l’indice contro questa ragazza e non si rende conto che contro di lei ci sono tre dita che puntano. Ti spiego perché. 

Ti chiedo per un attimo di mettere da parte i comportamenti arroganti di questa ragazza o che hai riconosciuto in persone che fanno parte della tua vita e analizziamo cosa sta vivendo Alessia.

Quelle tre dita che puntano verso di lei cosa vogliono farle vedere? Nel lavoro fatto, ho chiesto ad Alessia di guardare questa situazione dall’esterno, come se fosse una spettatrice. E qui accade la “magia”. 

Alessia realizza che quell’arroganza non è altro che un giudizio verso se stessa legato alla sua incapacità di farsi valere, al non sentirsi all’altezza in alcune situazioni

Fai attenzione a questo passaggio che è essenziale per capire perché la gente ti giudica.

Il suo giudizio inconscio è “non sono capace, come lei, di far valere le mie opinioni, il mio punto di vista e ho paura di farlo”. C’è altro che Alessia ha riconosciuto: la sua paura di esprimere la sua determinazione per non essere messa da parte. 

Alessia inconsciamente seguiva un ragionamento profondo: “Lei è arrogante, forte, decisa perché io sono debole e ho paura di esprimere me stessa”. Era consapevole Alessia di tutto questo ragionamento? No. È stato il frutto di un bellissimo lavoro fatto insieme. 

Sento una tua domanda, caro lettore: “Bice, ma quella persona resta arrogante. Non possiamo prescindere da questo comportamento”. Certo, il comportamento resta arrogante fino a quando anche l’altro o l’altra scelgono di cambiare ma, importante è quello che scopri di te. 

Scoprirlo, esserne consapevoli ti porta a cambiare e lavorare sulle tue ferite e resistenze e così a smettere di giudicarti.

Alessia ha continuato a dire “Lei è arrogante…” ma, ha aggiunto un particolare: “Questo mi permette di vedere che anche io giudico me stessa come debole, paurosa, incapace di affrontare determinate situazioni. Ora ne sono consapevole”

Questo le ha permesso di lavorare sulla sua ferita di rifiuto che aveva origini molto lontane e sulla sua determinazione, facendo emergere capacità come la forza, il coraggio di mostrare una parte di sé.

Inizi a vedere come guardarti dentro per comprendere te stesso e perché la gente ti giudica sia un passo essenziale per capire come funziona la catena del giudizio?

La strada per capire come smettere di giudicare

Guarda ora l’altro lato della medaglia e vedrai che porta allo stesso punto.

“Bice, che colpa ne ho io se gli altri mi giudicano”, “è un loro problema e dovrebbero vedere loro queste parti nascoste”. 

È vero, ma se sei qui e stai leggendo “Heisenberg” o stai seguendo qualunque nostro percorso di crescita hai una grande responsabilità: conoscere te stesso per evolvere. Metterti in discussione e lavorare su di te.

Osserva cosa accade. Ti ritrovi bersaglio di critiche, giudizi, pensieri che altre persone esprimono. 

Fa male ricevere un giudizio? Sì, tanto. 

Ti sei chiesto perché quando la gente ti giudica soffri tanto? Forse perché gli altri sono spregiudicati, non sono capaci di esprimere il loro pensiero in modo empatico, costruttivo, sono pronti a farti del male anche per metterti in cattiva luce.

Non posso che darti ragione se guardi ancora una volta il loro comportamento e non guardi te stesso.

Tutto parte da te. Riporta ogni cosa a te, al tuo interno se vuoi evolvere. 

La mia domanda è: cosa quel giudizio sta toccando di te? Quali parti profonde sta punzecchiando? Cosa ti sta facendo capire di te?

Per farti capire definitivamente perché giudichiamo gli altri ti racconto quanto accaduto a Mauro.

Mauro lavora in un’azienda come commerciale. In particolare, nel suo team di lavoro si sente giudicato come incapace nel raggiungere risultati. Gli altri continuano a dirgli che deve essere più sfacciato, che deve essere furbo. In particolare un suo collega lo definisce “triste e silenzioso” e giudica anche a volte il suo modo di vestire. 

Queste cose fanno male. Al di là dei risultati ottenuti nel lavoro, Mauro sente che toccano qualcosa di molto profondo. 

Si infastidisce di tutto questo, ogni giorno raggiunge il luogo di lavoro con l’umore sotto i piedi. È già pronto a ricevere i giudizi degli altri e si presenta con un atteggiamento di difesa, pur non dicendo niente.

Che giornate pesanti per Mauro! Non è semplice vivere cinque giorni su sette così. Lui stesso definisce la sua vita “una continua guerra, una lotta contro tutto e tutti”. 

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Smetti di giudicarti e cambia la tua realtà

E allora che fare? Ancora una volta bisogna spostare l’attenzione dall’esterno all’interno. Il fastidio è un segnale per capire che c’è qualcosa che ha bisogno di emergere per cambiare.

Mauro ha fatto un bellissimo lavoro, facendo emergere quelle parti di se stesso toccate dal giudizio degli altri. Non è una persona sfacciata e diretta ma questo lo porta a diventare insicuro. 

Il risultato non è diventare sfacciato e furbo ma credere molto più in se stesso, nelle sue capacità e farle valere. 

Mauro ha una modalità di approccio più empatica che può portare allo stesso risultato ma prima di tutto è importante che riconosca queste abilità e che si predisponga anche ad acquisirne altre. 

I colleghi sfacciati e furbi gli stanno facendo vedere, infastidendolo, che deve mostrarsi forte e determinato senza cambiare le sue modalità di approccio. 

Non aver paura di mostrare quella sua immagine della quale lo stesso Mauro si vergogna. 

Abbiamo fatto insieme un grande lavoro, abbiamo tirato fuori questa immagine, lavorato sulla vergogna e fatto emergere parti che teneva nascoste e sotterrate da paure. Mauro, seppur riconoscendo che i suoi colleghi sono stati pungenti, ha compreso e ringraziato la situazione vissuta che gli ha permesso di evolvere e diventare una persona sicura di sé.

È bello sentirsi giudicato e giudicare? No, sicuramente no. 

È possibile non farlo? No, ogni persona lo fa innumerevoli volte ogni giorno, ma se inizi a vedere quel giudizio espresso o ricevuto come motivo di cambiamento per te stesso, tutto cambia.

Riuscirai così, finalmente, a capire come smettere di giudicare te stesso e gli altri. 

Smetti di giudicarti, o fallo guardandoti dentro e il giudizio dell’altro non ti toccherà più perché lo vedrai in modo completamente diverso.

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