Perché dobbiamo cercare dei motivi per essere gentili? Non potremmo semplicemente esserlo tutti un po’ di più e basta?
Probabilmente sì, ma è anche vero che avere la certezza che esistano degli studi scientifici che confermano come la gentilezza apporti importanti benefici, anche fisici, nelle nostre vite, può dare buoni motivi per essere gentili ogni giorno un po’ di più.
Nel 2011 all’Università di Harvard è stato condotto uno studio che ha osservato gli effetti di atti di gentilezza su pazienti con malattie cardiovascolari.
Lo studio è durato solo 8 settimane, e prevedeva che i pazienti facessero esercizi basati sulla gentilezza.
Al termine dell’esperimento, si sono registrati segnali di miglioramento nelle condizioni cliniche di tutti i soggetti osservati.
E questo in sole 8 settimane… quanti altri benefici si potrebbero ottenere in un periodo più prolungato?
Ecco quindi qui di seguito i 3 motivi per essere gentili che puoi applicare fin da subito alla tua vita e che apportano dei benefici fisici e psicologici importanti:
1. La gentilezza fa bene a te e agli altri
In diverse cliniche degli Stati Uniti è stato condotto un esperimento da un team di ricercatori su un campione di popolazione ispanoamericana, statisticamente più soggetta a malattie cardiovascolari.
Con un protocollo, durato 8 settimane, si è dimostrato che i soggetti analizzati presentavano livelli più bassi di pressione sanguigna e rispondevano positivamente agli indicatori di benessere psicofisico ed emotivo.
Tecniche basate su atti di gentilezza sono state usate anche nelle terapie per persone affette da fobia sociale, un tipo di ansia che impedisce di stabilire relazioni e di affrontare contesti affollati.
Uno studio canadese del 2015 ha rilevato che praticare per 4 settimane consecutive un atto di gentilezza al giorno, ossia azioni compiute a beneficio di qualcun altro senza aspettarsi nulla in cambio, porta a una significativa riduzione duratura dei livelli di fobia sociale.
E ancora, uno studio del 2018 dell’Università di Oxford ha analizzato un campione di migliaia di individui per indagare l’effetto della gentilezza sul livello della felicità.
I soggetti dell’esperimento hanno praticato atti di gentilezza tutti i giorni per una settimana, al termine della quale i loro indicatori di felicità risultavano decisamente aumentati.
È molto affascinante il fatto che non ci fosse differenza tra gli atti di gentilezza compiuti verso qualcuno di conosciuto o verso persone scelte casualmente.
La gentilezza dunque si rivela un atto terapeutico e positivo in sé, che ci fa bene indipendentemente dalle persone a cui lo dedichiamo, e questo è solo il primo dei 3 motivi per essere gentili.
2. La gentilezza allunga la vita
Negli ultimi 5 anni la scienza ha fatto ulteriori passi da gigante, passando al microscopio ogni cellula del nostro corpo alla ricerca di prove che confermassero ciò che la saggezza popolare ha sempre saputo: vivere in armonia con se stessi e con gli altri, vivere in gentilezza, ci dona una vita non solo più salutare, ma anche più lunga!
Una scoperta determinante è stata quella dei cosiddetti biomarcatori, veri “campanelli d’allarme” del nostro stato di salute.
Fra i biomarcatori noti alla scienza, oggi sono protagonisti i telomeri, resi noti al pubblico nel 2009 quando E.Blackburn, C.Greider e J.Szostak sono stati insigniti del premio Nobel per la medicina per le scoperte sul funzionamento dei telomeri.
Che cosa sono i telomeri?
I telomeri sono strutture di DNA poste alle estremità dei cromosomi e servono a proteggere il materiale genetico dai danni.
Nel nostro organismo le cellule si riproducono in continuazione: in questo processo, i telomeri perdono dei piccoli segmenti del loro filamento genetico, la cellula nuova li avrà leggermente più corti di quella da cui è stata generata.
Tutti noi nasciamo con una certa lunghezza dei telomeri che nel corso della vita andrà naturalmente a ridursi.
È anche un processo irreversibile: il materiale telomerico perso non può essere recuperato e non se ne può ripristinare la lunghezza originaria. Man mano che si accorciano, i telomeri si indeboliscono, una volta raggiunta una lunghezza molto limitata, la cellula smette di replicarsi e a quel punto va incontro a un processo di degenerazione.
Per questo motivo, la scienza considera la lunghezza dei telomeri un vero e proprio orologio biologico che determina la durata della vita di una cellula e dell’organismo a cui appartiene.
L’accorciamento dei telomeri non è dovuto solamente a un processo naturale, ma è influenzato anche da fattori ambientali e stili di vita.
Tutti sappiamo che ci sono abitudini che danneggiano la nostra salute, per esempio il fumo, il consumo di alcol, il poco movimento fisico, un’alimentazione malsana.
Attenzione: potrebbe sembrare che in tutto questo non ci sia nulla di nuovo, abbiamo sempre saputo che un corretto stile di vita migliora la salute e che una vita sregolata ne peggiora le condizioni. Ma la portata rivoluzionaria sta nella scoperta che il nostro DNA è modificabile e che il nostro stile di vita può influire e trasformare la nostra genetica, prima considerata immutabile.
I geni rispondono alle sollecitazioni dell’ambiente esterno, si adattano a condizioni in continuo mutamento ed esprimono un potenziale positivo o negativo a seconda degli input che vengono forniti loro.
Dunque se è vero che i telomeri si accorciano inevitabilmente, anno dopo anno per un processo naturale, è vero anche che questo processo non avviene a un ritmo costante e invariabile, ma può essere influenzato.
Ci sono fattori in grado di accelerare il loro accorciamento, e di conseguenza di accelerare il processo di invecchiamento del nostro corpo, e ci sono fattori in grado di rallentarlo e quindi aumentare la longevità dell’essere umano.
Uno studio del 2015 dell’Università di Copenhagen ha dimostrato che le persone con telomeri più corti hanno una maggiore esposizione al rischio di contrarre malattie cardiovascolari. Questo perché a un certo punto i telomeri non riescono più a svolgere correttamente la loro funzione di protezione, rendendo più fragile e attaccabile il materiale genico.
Non possiamo allungare i nostri telomeri, è vero, ma possiamo provare a rallentare il più possibile il loro logoramento.
All’Università di Harvard negli Stati Uniti è in corso uno studio iniziato nel 1976, uno dei più ampi mai condotti in epidemiologia sui meccanismi delle malattie e sulla protezione della nostra salute.
Nel corso di quasi 50 anni si è dimostrato che cattivi stili di vita influiscono sulla lunghezza dei telomeri e di conseguenza agiscono direttamente sul DNA.
E se può essere modificato negativamente da un cattivo stile di vita, allo stesso modo può essere modificato positivamente da una vita gentile.
È o non è uno dei migliori motivi per essere gentili?
3. Essere gentili con se stessi cambia le tue giornate
Il terzo dei motivi per essere gentili è che vivere in modo gentile ti cambia la vita.
Ma cosa vuol dire “vivere in modo gentile”?
La parola gentilezza deriva dall’aggettivo latino gentilis, che a sua volta deriva da gens, e indica un gruppo familiare, un clan. La gens nell’antica Roma era una famiglia nobile, con reciproci doveri di protezione e assistenza.
Gentile in latino vuol dire “appartenente alla gens”, cioè a una condizione sociale cui corrispondevano qualità morali come cortesia, altruismo e nobiltà d’animo. La gens non aveva solo un comportamento esteriore gentile, ma un vero e proprio sentimento interiore, una qualità.
Vivere in modo gentile quindi va ben oltre la comune buona educazione, l’altruismo o il fare dei favori all’altro.
La gentilezza è un vero e proprio valore, significa rispettare e aiutare se stessi e gli altri.
Come possiamo essere veramente gentili, secondo questa accezione, se non siamo gentili prima verso noi stessi?
Come possiamo aiutare e sostenere gli altri, se non aiutiamo prima noi stessi?
Essere gentili con se stessi significa avere cura, amore e rispetto del proprio corpo, dei propri pensieri e delle proprie emozioni.
Fare attenzione al nostro nutrimento sotto tutti i punti di vista, quindi non soltanto prestare attenzione a ciò che mangiamo e beviamo, ma anche a ciò di cui nutriamo il nostro cuore e la nostra mente. Le informazioni che cerchiamo, i libri che leggiamo, la musica che ascoltiamo, i film che guardiamo, le persone con cui parliamo, i pensieri che formuliamo, le idee che ci assillano…
Può capitare all’interno del percorso Deva XP che io chieda alle persone di praticare per alcuni giorni atti di gentilezza.
La principale difficoltà che mi mostrano è sempre la stessa: “Mattia, ma come faccio a fare atti di gentilezza oggi se non vedo nessuno e se non esco di casa?”.
Non servono realmente motivi per essere gentili, la gentilezza è ovunque.
La gentilezza è al lavoro a scuola coi colleghi in famiglia.
La gentilezza è con tuo marito, con tua moglie, con i tuoi figli, con i tuoi genitori.
Puoi essere gentile con i tuoi amici, con i tuoi conoscenti, con la cassiera del supermercato o con l’operatore che ti fa la benzina.
Ma soprattutto puoi essere gentile con te stesso.
Vivere con gentilezza vuol dire vivere ogni istante ogni gesto con pienezza e presenza. Vivere un gesto non vuol dire farlo, vuol dire proprio sentirlo. Puoi essere gentile quando ti lavi la faccia, nei confronti del tuo viso, quando ti pettini i capelli e quando scegli gli abiti con cui andare al lavoro.
Sii gentile con te stesso, col tuo corpo, col tuo stomaco quando al ristorante scegli cosa ordinare in pausa pranzo.
Sii gentile quando qualcuno ti chiede un favore o fallo anche quando qualcuno non te lo chiede.
Sii gentile quando qualcuno ti dice una bella parola, ma anche quando qualcuno esprime rabbia, dolore, ti tratta male e ti risponde sgarbatamente, tu rispondi con gentilezza.
Perché, lo abbiamo visto, la gentilezza cura prima di tutto chi la pratica.
Questi sono i pochi, semplici e veri motivi per essere gentili… inizia a metterli in pratica fin da subito, e osserva quello che succede.