Superare la sfiducia nelle relazioni accettando la tua perfezione interiore

Superare la sfiducia nelle relazioni - relazioni - blog rivista heisenberg

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Superare la sfiducia nelle relazioni può essere un ostacolo apparentemente insormontabile, poiché la ferita emozionale della sfiducia ci accompagna fin da quando siamo piccoli. 

Principalmente si tratta di mancanza di fiducia in noi stessi, poi nell’esistenza e alla fine negli altri. La sfiducia ci avvelena lentamente e ci rende tutto più difficile. Ma imparare a conoscersi e attraversare quella ferita significa guarirla e imparare ad approcciare il momento presente senza alimentare le paure della mente.

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Gestire il dolore del tradimento comprendendo se stessi

Parecchi anni fa andai dal mio fidanzato dell’epoca, al quale ero legata da qualche anno, a dirgli che sospettavo che lui mi stesse tradendo e che non mi sentivo tranquilla e volevo delle spiegazioni da lui su quello che stava succedendo. 

Lui si arrabbiò moltissimo e mi disse che io non avevo alcuna fiducia in lui e che lo stavo insultando e dimostravo in quel modo di non amarlo e di non sapere quali erano i suoi veri valori di onestà e correttezza.

Cavoli, pensai io. Che uomo! Che comportamento dignitoso! E mi sentii anche un po’ stupida e in colpa per aver dubitato di lui. Che sciocca che ero!

In quel caso ascoltai più le sue parole che la mia personale bussola interiore.

Dopo un paio d’anni venne a galla che non solo mi tradiva, ma che aveva proprio una doppia vita con un’altra donna che era a sua volta la sua “altra” fidanzata, con tanto di doppi regali a Natale e al compleanno, doppio cane (uno con me e uno con lei), doppie vacanze, etc. etc.

E aveva avuto il coraggio (ammettiamolo era un vero professionista della bugia, mica un dilettante da strapazzo), di dirmi pure che ero io a non fidarmi di lui. Immaginate quanto possa esser stato difficile superare la sfiducia nelle relazioni dopo questa storia. 

E dal suo punto di vista oggi posso anche cogliere un barlume di inconsapevole verità.

Il problema era indubbiamente mio. Ero io che mi relazionavo con un uomo che non riusciva a stare nella verità, forse per paura dell’abbandono? Avrei dovuto probabilmente analizzare me stessa piuttosto che lui.

Ma in quel momento io pensavo solo di non essere in grado di gestire il dolore del tradimento e questo mi faceva stare malissimo. Per ottenere onestà nelle relazioni si costruiscono ponti e si alzano muri invalicabili, ma che cosa si nasconde dietro il nostro bisogno di fidarci delle persone alle quali siamo legati emozionalmente? 

Superare la sfiducia nelle relazioni accettando le proprie ferite

Me lo sono chiesta e la risposta è che dietro alla richiesta di fiducia che facciamo agli altri c’è la speranza di non essere feriti e quindi, di nuovo ed ancora, il disperato tentativo di non contattare la nostra ferita di abbandono. 

In realtà non sono le persone che incontriamo a portare la sofferenza nella nostra vita, ma come sempre sono le nostre ferite originarie che si riaprono quando vengono stimolate. Il dolore è già in noi, nel nostro sistema, non viene portato dall’esterno.

Concentriamoci ora su come superare la sfiducia nelle relazioni. 

Possiamo dire che uno dei grandi tabù legati alla relazione fra due persone sia quello che viene chiamato il “tradimento”.

Chiunque sia mai stato “tradito” sa quanto dolore e disperazione si prova quando si scopre appunto di essere stati traditi dal proprio partner.

Se prendiamo le parole che sono coinvolte in questo vero e proprio dramma (relazione, fiducia, tradimento, dolore, paura dell’abbandono) ci accorgiamo che con queste parole possiamo costruire una storia che più o meno va così: “Sono in una relazione con il mio partner e ho perso fiducia in lui/lei perché ho scoperto un tradimento e questo mi ha provocato un enorme dolore e la mia ferita di abbandono sta sanguinando”.

Ti torna, vero? Almeno una volta nella vita ti sarà accaduto di essere tu il soggetto di questa frase, o di essere stato quello che l’ha sentita dire da un amico o un parente, oppure di essere stato la persona che ha tradito, che fosse in qualità di fidanzato/a o come colui/colei che ha permesso a qualcuno di rompere il patto di fedeltà della propria relazione.

Ebbene devi sapere che persino fra le persone più illuminate, che alcuni decenni orsono avevano scelto di vivere in India negli ashram in cui si praticava una spiritualità non duale, il tema della gelosia, del tradimento all’interno della relazione, è stato spesso fonte di grandi problemi.

Una volta Osho disse: “Se ti senti di essere davvero illuminato, passa due settimane con la tua famiglia di origine e lì vedrai la vera qualità della tua illuminazione”.

Ora io dico, se ti senti in equilibrio, se ti senti di aver guarito le tue ferite emozionali ed aver abbracciato il tuo bambino interiore fino a farci pace, prova a vedere cosa accade in te quando ti trovi ad attraversare la ferita del tradimento all’interno di una relazione.

Da parte mia, sono enormemente grata a quell’infinito dolore che mi ha travolta quando sono stata, per così dire, “tradita”. E trovo sia questa gratitudine che mi ha permesso di superare la sfiducia nelle relazioni.

“Ma come?”, mi dirai: “Come fai ad essere veramente grata? Non è che lo dici per dire, come lo dicono in tanti, ma in fondo sei arrabbiata e ancora ferita da ciò che ti è accaduto?”

No, io sono veramente grata. E lo sono perché senza quella spinta non avrei mai attraversato quelle ferite e la mia intera esistenza sarebbe ancora dominata da esse.

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Come accogliere il vuoto della vita

“Ma quindi ora sei libera? Non soffri più? Sei sempre felice?”

Queste sono le domande più frequenti che mi fanno quando mi trovo a parlare del mio percorso personale.

Ebbene per rispondere occorre fare un salto di qualità verso un pensiero più articolato, meno basico e forse meno immediato, ma certamente più profondo ed esaustivo.

Se leggi “Heisenberg” da qualche tempo avrai capito che un percorso di attraversamento del dolore non cambia sostanzialmente chi siamo, in quanto noi siamo già esseri di pura perfezione e non abbiamo certo bisogno di essere cambiati.

Ciò che cambia è la qualità di ciò di cui facciamo esperienza, la nostra capacità di percepire gli eventi e le sensazioni che ci attraversano, l’abilità di interrompere l’identificazione con l’emozione, e acquisire la piena consapevolezza che non esiste nulla di spaventoso intorno e dentro di noi.

Partiamo dalla qualità. Una parola che mi è sempre molto utile per descrivere il valore intrinseco di un’esperienza o di una persona in modo sottile e delicato.

Ti faccio un esempio: io posso anche fare ciò che facevo prima di un’esperienza trasformativa, tipo avere lo stesso lavoro o vivere nella stessa casa, ma ciò che sarà diverso è proprio la qualità con cui ora svolgo il lavoro o con cui mi prendo cura della mia casa.

Una sorta di nuova attenzione vigile che mi permette di cogliere anche gli aspetti più sottili che prima non rilevavo, presa com’ero dal turbine di emozioni con cui mi identificavo. 

Ero, per così dire, sempre così piena di emozione da non lasciare posto a null’altro.

Ora ci sono momenti di vuoto certamente, non essendo più io a cercare di riempirlo costantemente, ma quel vuoto ha cambiato completamente qualità. Non è più temuto o terrorizzante, è semplicemente ciò che è: vuoto pieno di ciò a cui permetto di entrare in modo naturale senza forzare il suo riempimento.

So che sembra un po’ un gioco di parole ma non saprei descrivere meglio l’esperienza senza utilizzare termini “spiritualoidi” che come forse avrai capito non amo particolarmente.

Ah dimenticavo, un’altra qualità che si affaccia nei momenti in cui non riempio il vuoto è una punta di curiosità, che fa rima con apertura al nuovo, che arriva a condire il tutto con uno “zic” di inaspettato, che non guasta. 

Per concludere, una volta che smetti di temere il vuoto, inizi ad accettare ciò che c’è nel momento presente, con maggiore fatalismo e fiducia nei confronti dell’esistenza.

Il segreto per ottenere onestà nelle relazioni

Tornando al tradimento all’interno di una relazione amorosa che dire… ovviamente si può parlare di tradimento solo se si decide che esiste una qualche forma di possesso, di “steccato” intorno al partner, o anche se c’è un patto fra noi e l’altro che esclude la possibilità che avvenga un mutamento.

Certo in una relazione ideale bisognerebbe essere entrambi abbastanza evoluti da saper, in caso di attrazione o sentimento verso una terza persona, parlarne con il partner e condividere ciò che stiamo attraversando in totale onestà e apertura.

E anche qui Osho ci dice: “Io non vi dico di non cambiare partner o di non avere una relazione mentre vi state già relazionando con un’altra persona, io vi dico solo: fatelo solo se siete in grado di restare nella verità. Se siete in grado di dire all’altra persona che cosa provate davvero e cosa desiderate davvero. Se no, state semplicemente tradendo prima di tutto voi stessi”.

Come interpretare il pensiero di Osho? Sempre all’interno del vero scopo della relazione che è il risveglio alla consapevolezza. Quindi lui dice: se riuscite ad attraversare la sensazione di paura nel dire all’altro dove siete in quel momento senza bugie e senza sotterfugi, allora vi state elevando, e state acquisendo consapevolezza e comprensione maggiori. 

È questo il segreto per superare la sfiducia nelle relazioni in maniera definitiva, concepirle come un viaggio di crescita.

Per cui imparare come gestire il dolore del tradimento ed evolvere diventa un atto di rispetto che fate nei vostri confronti e nei confronti di chi amate o avete amato.

Diversamente se il tradimento è solo un altro modo di tradire voi stessi, mentire, non dire chi siete né dove siete, nel tentativo di essere comunque amati per quelli che non siete o nell’illusione che questo comportamento possa non ferire chi pensate di amare, allora state regredendo, e non evolvendovi, e tutto ciò che state vivendo non avrà avuto alcun senso.

Se dobbiamo considerare le immani sofferenze, fisiche e psichiche che una cultura come la nostra, e cioè la cultura occidentale e anche buona parte di quella orientale, porta all’intero genere umano, non basterebbe un’enciclopedia per descriverle.

Solo in Italia, non passa giorno senza che non avvenga un delitto causato dalla gelosia o dalla paura dell’abbandono. E anche quando non si arriva a tanto, intere famiglie vivono infelicemente a causa della mancanza di fiducia e del tradimento.

Una cultura enorme, una programmazione infinita, che parte dai grandi poeti romantici del passato e arriva fino alle canzoni che sentiamo alla radio oggi. 

Passando dalle citazioni ai video che condividiamo sui social, al racconto che la televisione ci fa della “coppia”. 

Parole preziose come “amore” e “relazione” vengono utilizzate per mostrare comportamenti che nulla hanno a che fare con l’amore, che anzi non fanno altro che sponsorizzare la dualità della mente e il conseguente totale delirio.

Se divido, allora non posso unire. Se non unisco, creo un conflitto. Se creo un conflitto, creo delle fazioni. Se creo delle fazioni, ho creato infelicità.

Ogni volta che creiamo dualità, diventiamo infelici. Che sia nella coppia, o dentro di noi.

Ed è per questo che decidere di restare svegli e consapevoli ha sempre più un’enorme importanza. 

Il segreto per ottenere onestà nelle relazioni?

Cercare di nutrire un pensiero critico, scegliere di essere se stessi indipendentemente dal consenso esterno, tenere il cuore aperto, avere fiducia in noi stessi e nel nostro personale percorso. Basterebbe già questo per cambiare le regole del gioco.

Il segreto sta nel cominciare, e nel sapere fin da subito che tutto è perfetto così com’è.

La fiducia non implica che tutto andrà a posto, ma che tutto è già al suo posto”, Osho.

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