Esistono delle parole che utilizzi quando parli di sentimenti che sembrano fatte apposta per confermare tutti i programmi disfunzionali che regolano la tua percezione dell’amore e della relazione.
Se vuoi davvero fare un cambiamento profondo è ora di iniziare a imparare un nuovo linguaggio.
Che parole usi per descrivere la tua relazione? Prestarci attenzione è il miglior modo per iniziare a essere davvero sincero in amore e non solo.
Il linguaggio per creare emozioni
Lasciamelo dire: quando sento una coppia dire “ci apparteniamo” , “io sono sua e lui è mio”, “sei tutta la mia vita”, “senza di te non sono niente” e così via… istintivamente preparo i fazzoletti, in cuor mio so che è solo una questione di tempo prima che tutto questo bisogno di possesso e di appartenenza si trasformi in un allontanamento e conseguente dramma.
Infatti devi sapere che esiste un linguaggio molto potente, che puoi immaginare come un treno composto da vagoni che sono le tue parole e che, al loro interno, trasportano le tue emozioni.
E proprio attraverso l’utilizzo di questo linguaggio, avviene nella tua mente un rinforzo costante di ciò che provi e più lo affermi più diventa vero per te.
C’è una disciplina, che purtroppo a volte viene citata in modo errato, che si chiama Programmazione Neuro Linguistica, può darsi che tu la conosca proprio perché capita che sia nominata un po’ a casaccio nei vari corsi di formazione.
In realtà la PNL (questo è il suo acronimo) è veramente utile, precisa e puntuale nello spiegarci come il nostro cervello utilizza il linguaggio per creare emozioni e non viceversa, come spesso crediamo.
Ti faccio un esempio molto semplice: di fronte a un evento esterno che mi spaventa io posso dire a me stesso “Questa cosa mi fa paura” oppure posso dire “Aiuto, sono terrorizzato!”.
E il diverso modo di “etichettare” una sensazione che sto provando metterà in moto una serie di percorsi mentali che daranno poi corso ad altri pensieri e di conseguenza ad azioni e comportamenti molto diversi fra loro.
La nostra mente funziona per immagini
Il percorso parte dal Dialogo Interno, e cioè come noi parliamo a noi stessi, la famosa “vocina nella testa”, che poi crea immagini mentali che poi creano una reazione nel corpo fisico e che poi creano quelle che noi chiamiamo “sensazioni” che influenzano tutto il nostro sistema: dal battito del cuore all’attivazione di molte altre reazioni fisiche.
Ora, capisci bene che se sono le parole che usiamo con noi stessi quando commentiamo ciò che ci accade a determinare la nostra reazione emozionale, allora diventa fondamentale prestare attenzione alle parole che utilizziamo.
Se io passo mesi o anni a dire all’altra persona e a ripetere dentro di me “Senza di te la mia vita non ha senso”, non serve spiegare che se questa persona decide di allontanarsi da me, magari anche perché le ho caricato giusto un “filo” di responsabilità sulla schiena, io mi sentirò morire o comunque sentirò una paura terribile di perdere il senso della mia esistenza.
E una persona che prova questa sensazione è una persona capace di tutto per smettere di sentirla.
I quotidiani sono pieni di notizie tremende di persone uccise o ferite dalla furia di ex compagni o compagne.
Per questo ti dico: stai attento alle parole quando sono così legate alle tue emozioni.
È chiaro che sono più le donne a morire di questo, sia per una questione di forza fisica che per ragioni culturali, ma anche gli uomini negli ultimi anni hanno iniziato a subire dalle ex compagne tutta una serie di vessazioni e atti di “stalking”, quindi nessuno è immune in questo schema comportamentale, non è una questione di genere.
Non voglio deprimerti, però è anche vero che questa è la realtà in cui siamo immersi e non avrebbe senso fare finta che le cose non stanno così.
Soprattutto perché c’è il modo di non entrare in queste sabbie mobili delle relazioni disfunzionali.
Prima di tutto se stai leggendo il mio articolo significa che sei abbonato ad “Heisenberg”, e se sei abbonato ad “Heisenberg” significa che hai già iniziato un percorso interiore di crescita e di consapevolezza, e ti assicuro che questo è il passo più importante e tu lo hai già compiuto.
Ora c’è solo da perseverare nella volontà di evolverti anche in campo relazionale.
Se non ora quando?
Ormai avrai capito che mi piace essere concreta quando scrivo di questi argomenti, e questo perché ci sono passata e ho ascoltato per anni e anni i consigli e le indicazioni di persone, più o meno qualificate, che non mi sono servite a nulla.
Anni di sedute di psicoterapia, prima Junghiana, poi cognitivo-comportamentale, poi la terapia Breve e Strategica perché insomma, il tempo passava e io continuavo a collezionare delusioni e fallimenti amorosi.
Poi i vari corsi, i tanti libri, le tante ore passate a parlare con le amiche, a sezionare ogni comportamento “dell’altro”, le sue parole, “ma cosa avrà voluto dire?”, “ma allora mi ama ma ha paura di amare troppo? Oppure non mi ama ma pensa di amarmi?”.
E giù risposte, teorie, tentativi, che sono diventati certamente un bagaglio di esperienza importante perché come diceva Thomas Edison: “Non ho sbagliato, ho solo scoperto un altro modo in cui non funziona”.
Quindi voglio dirti una cosa chiara: se sei cosciente che nelle relazioni assumi spesso una posizione che ti allontana dallo spazio gioioso dell’amore e ti ritrovi ad essere chi viene abbandonato o chi scappa perché si sente soffocare, allora devi dare a te stesso la chance di fare un cambiamento e di farlo subito.
“Se non ora, quando?” urlavano qualche anno fa in piazza le donne che manifestavano a favore dei diritti civili, citando il titolo di un famoso libro di Primo Levi.
E ora lo dico io a te: se non ora, quando?
L’unico momento che davvero esiste è l’adesso, e in quanto unico è anche quello perfetto.
Parti dalle parole per essere sincero in amore
E quindi il primo suggerimento che ti do è quello di essere sempre sincero con la persona con la quale ti stai relazionando.
A partire proprio dalle parole che usi, che sono preziose e potenti e vanno usate con cura e attenzione.
Prova a pensarci… quando conosci qualcuno che ti attira di solito inizi a fare qualcosa di molto comico se ti guardi dall’esterno: cominci a cercare di sedurlo.
Lo fanno anche gli animali, non c’è nulla di male: ognuno mette in campo le sue tattiche, le sue armi.
A volte sono estetiche: vestiti, scarpe, trucco.
A volte sono esibizione di traguardi raggiunti: lavorativi, economici, spirituali.
In un libro esilarante che si intitola Il privilegio di essere un Guru, che ti consiglio davvero di leggere se hai voglia di farti qualche risata intelligente, l’autore Lorenzo Licalzi tratteggia il personaggio irresistibile di Andrea Zanardi, un “adorabile mascalzone” che conquista le donne impersonando di volta in volta il loro ideale di uomo, arrivando persino a fingere di essere una specie di guru quando trova una donna appassionata di spiritualità.
Ecco, portato all’estremo, Andrea Zanardi è un po’ tutti noi quando ci trasformiamo per conquistare l’altro e farlo innamorare di noi.
La seduzione è nemica della verità.
È il mostrare solo la nostra parte migliore o quella desiderata.
Quando siamo “seducenti” stiamo creando in qualche modo un personaggio e stiamo dando all’altro un’immagine di cui innamorarsi che poi troppo spesso non rispecchia quello che noi siamo davvero.
Osho lo descrive in maniera magistrale con la Parabola dei due mendicanti.
È un esempio che uso spesso perché personalmente mi ha fatto fare un “salto quantico” quando l’ho sentita la prima volta: due mendicanti sono seduti uno di fronte all’altro.
Entrambi tendono la mano e chiedono: “Mi dai? Mi dai?”. E nessuno ha nulla da dare.
Ma entrambi sono seduti su un tesoro, senza saperlo.
Se, invece di chiedere all’altro l’elemosina, rivolgessero l’attenzione su se stessi, scoprirebbero di essere degli Imperatori.
Quando incontriamo qualcuno fingiamo di essere Imperatori, di essere pieni di ricchezze da elargire, siamo così generosi.
Ma è una generosità falsa: stiamo donando un falso tesoro nella speranza di ricevere indietro quello dell’altro. Che però sta facendo lo stesso con noi.
E dopo qualche tempo – che siano giorni, mesi o anni non importa – i due si rinfacceranno di aver reciprocamente mentito, di non essere “quello che credevo”, di non essere all’altezza delle aspettative, di aver deluso l’altro, di aver fatto promesse non mantenute.
Prova a essere sincero
La verità è che in questo gioco i giocatori sono sempre due.
Da soli è impossibile giocare.
Se uno è dentro lo schema, allora lo è anche l’altro.
Ed è per questo che l’opportunità nascosta nel crollo del velo di Maya è un’occasione per entrambi, quando accade.
Prova a essere sincero.
Prova a non fingere con la persona che incontri, prova a dirle chi sei davvero dall’inizio, con semplicità.
Condividi uno spazio dove abbassi le difese e ti prendi il rischio di essere ferito, dando così la cosa più preziosa che hai, che poi è anche l’unica: te stesso.
Nessuno può portarti via nulla. Nessuno può andarsene portando via ciò che veramente sei.
Hai sempre protetto quel nucleo come se fosse possibile strappartelo, ma l’unica cosa che ti può essere strappata, che può crollare, è l’impalcatura che hai creato tentando di proteggerti. Null’altro.
Esercitati fino a quando lo comprendi in modo profondo, lo percepisci, lo attraversi, lo fai tuo; fino a quando guardi le programmazioni e gli schemi relazionali come Siddharta guardava i commerci degli Uomini-bambini: con tenerezza ma anche con distacco, perché sei finalmente diventato grande.
Diventare grandi, adulti, non è una passeggiata.
Non ci sono più tante scuse interiori, le responsabilità te le prendi da solo, senza che qualcuno te le tiri addosso.
Se la vita in alcuni passaggi diventa stretta o difficile, ti armi di pazienza e vai avanti, cercando di lamentarti poco e trovando soluzioni o aspettando tempi migliori.
Ma c’è anche l’enorme soddisfazione di stare in piedi da soli, di essere di sostegno agli altri quando hanno bisogno di te, di costruire qualcosa di solido e guadagnare la stima di te stesso prima di tutto, quando ti guardi allo specchio.
Quindi avanti, provaci, prova a essere sincero.
Non è facile, anzi è difficilissimo.
Impariamo fin da piccoli a mentire, a fare finta di essere migliori per essere amati, per ricevere una carezza, un bacio, un apprezzamento.
Ti dico una cosa che accade quando sei sincero: improvvisamente l’apprezzamento dell’altro diventa meno importante, perché hai il tuo.
Te lo dài da solo e, come per magia, quando finalmente puoi farne a meno, arriva anche quello degli altri.