Quando non siete consapevoli della funzione della mente essa prende il comando e vi trasporta avanti e indietro fra passato e futuro, evitando accuratamente il momento presente.
Ma dovete fare attenzione, perché questo potere alla mente lo avete dato voi, ed è arrivata l’ora di comprendere che quell’identificazione può essere pericolosa, e persino la vera causa dei conflitti…
Ecco com’è fatta la tua mente
Immagina la tua mente come un’immensa biblioteca composta da centinaia di migliaia di volumi divisi per ogni possibile argomento.
E immagina che dentro ad ogni singolo volume non ci siano scritte delle semplici informazioni o dei racconti, no.
Dentro ad ogni volume c’è l’elenco esatto, chirurgico, di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. Di chi ha ragione e chi ha torto, di cosa è bianco e cosa è nero.
Un perfetto sistema binario, duale, di interpretazione della realtà.
Infatti la funzione della mente è essere una macchina infallibile in grado di crearti sofferenza ogni volta in cui vai a consultare un volume nell’erronea convinzione di trovarvi armonia, pace, amore, felicità.
Certo quella biblioteca ti sarà utilissima quando dovrai occuparti di qualcosa di pratico, come risolvere un’operazione matematica, imparare una nuova lingua, aggiustare un elettrodomestico che si è rotto, fare benzina alla macchina e così via.
Ma, se farai il malaugurato errore di pensare che siccome quella biblioteca contiene così tante spiegazioni su questioni pratiche, allora potrai applicare quella logica anche a tutto ciò che è intangibile, sottile, energetico ed emozionale, allora inizieranno i guai.
Eh sì, e ti spiego anche perché.
Tutta quella sapienza infatti, per la stessa funzione della mente, è stata creata attraverso una modalità di comparazione e divisione.
Per semplificare: come faccio a sapere se un liquido è freddo? Semplice: non è caldo! Come faccio a sapere se ho ragione? Facile: l’altro ha torto!
Capisci dove sta il trucco?
La mente divide per catalogare, divide per comprendere, divide per etichettare. Nulla dà più fastidio alla mente di qualcosa di sconosciuto, di non classificato.
E quindi concetti non duali, come ad esempio “la qualità dell’amore”, “tutto è uno”, “essere vicini pur essendo lontani”, solo per fare alcuni esempi, per la mente sono incomprensibili.
Il Poeta e teologo persiano Rumi, nel 1200 scriveva “Al di là di ciò che è giusto o sbagliato esiste un campo, ci incontreremo là”, intendendo proprio dire che al di là della mente che divide ed è la causa dei conflitti, potremo incontrarci in armonia in un campo, quello dell’amore, in cui non esistono divisioni.
Ci erano già arrivati nel 1200! Eppure, 900 anni più tardi, siamo tornati indietro e ce lo siamo dimenticati!
Siamo in grado di litigare ferocemente con le persone che più amiamo solo per l’idea di giusto-sbagliato, di ragione-torto.
Nello spazio mentale il “noi abbiamo entrambi delle valide ragioni che possono coesistere e hanno lo stesso valore” non è contemplato.
Come acquisire consapevolezza di te e della tua mente
Per comprendere veramente l’altro dobbiamo acquisire consapevolezza dei nostri processi, e per farlo è necessario cambiare livello di comprensione, spostandoci da quello mentale-egoico allo spazio di amore che tutto include.
Allora ci sembrerà di respirare allo stesso ritmo dell’altro, potremo “sentire” le sue stesse emozioni, e patire per lui, o essere felici se lui è felice.
Perché uscendo dalla mente, per sua natura causa dei conflitti, hai la possibilità di sperimentare un nuovo mondo di possibilità.
Non sarà più importante stabilire chi ha ragione e chi ha torto, perchè si sarà creato uno spazio che consentirà ad entrambi di tornare ad includere l’altro senza sentire che nulla viene tolto a se stessi.
Spesso questo accade secondo uno schema preciso.
Ricorda che la funzione della mente è elaborare pensieri a senso unico in cui noi abbiamo tutte le sacrosante ragioni rispetto ad una determinata situazione, non importa quale sia.
Poi la mente spinge un po’ di più e comincia a dirti che dovresti chiedere all’altro di prendere sulle sue spalle quella situazione, non importa se praticamente o moralmente, l’importante per la mente è scaricare sull’altro un po’ del peso che secondo lei state sostenendo da soli.
Sta iniziando a mettere in atto le basi del conflitto.
A quel punto avviene il contatto con la mente dell’altro che a sua volta avrà analizzato allo stesso modo, come in uno specchio, la stessa situazione, e sarà giunto alle medesime conclusioni: dovete farvene carico voi, perché siete voi che avete torto.
In quelle due posizioni di partenza il conflitto è inevitabile.
E la cosa paradossale è che in questo scenario la funzione della mente è stata compiuta meravigliosamente, all’interno del conflitto infatti le polarizzazioni raggiungono il limite massimo, le etichette che vengono apposte sono sempre più grandi e sempre più durature… “tu sei sbagliato, io sono giusto”; “tu sei cattivo, io buono”; “io ti amo, tu no”.
Qualunque sia, l’argomento di cui si sta trattando non è influente, non lo è mai.
Ma perché la mente che è uno strumento così perfetto per risolvere problemi pratici, mostra tutto il suo limite se la utilizziamo per altre questioni?
Fortunatamente dopo Rumi, negli ultimi 900 anni, abbiamo avuto molti filosofi e pensatori che hanno trattato l’argomento, con risultati altalenanti devo dire.
Uno che però è riuscito a formulare una teoria a mio avviso parecchio convincente è Eckhart Tolle, nostro contemporaneo autore di alcuni volumi entrati con merito al centro della teoria della non-dualità.
Tolle dice infatti che il problema sorge quando, non avendo chiara la funzione della mente, noi le cambiamo ruolo da “servant” cioè nostro servitore – e cioè la mente funzionale – la trasformiamo in “master” e cioè padrone, ossia quel continuo chiacchiericcio di fondo che abbiamo sempre attivo nella nostra testa che commenta tutto e tutti, giudica ogni cosa (soprattutto noi stessi e chi amiamo) e ci dice che nel momento presente non siamo felici.
Per la mente infatti non esiste l’Adesso, ma esistono solo il passato, da cui attingere in ricordi dolorosi o nei rimpianti della perduta felicità, e il futuro, che sarà a seconda dei momenti, dipinto di nero o di speranze di futura gioia.
Tutti noi abbiamo fatto esperienza di quei momenti in cui diciamo a noi stessi “quando la tal cosa si realizzerà allora sarò felice”, di fatto spostando nel futuro che ancora non esiste e che forse non esisterà mai, la nostra unica possibilità di essere contenti.
E in questo modo ci perdiamo l’Adesso.
La funzione della mente e la causa dei conflitti
Per questa ragione a volte ci sembra che il tempo voli, perché non siamo presenti nel momento presente, ma siamo persi in quello mentale, identificati con i nostri pensieri, prodotti da quella stessa mente che non è fatta per renderci felici.
La vera funzione della mente è garantirci la sopravvivenza, e per quello funziona molto bene di solito.
La prova l’avete nel fatto che se siete qui a leggere questo articolo di “Heisenberg” significa che siete diventati adulti, e forse vi siete anche riprodotti. La funzione della mente è stata quindi compiuta egregiamente.
Spero sia chiaro il punto: non si può utilizzare la mente per cercare la felicità o per chiederle di afferrare concetti di non dualità.
Uno degli strumenti più utilizzati per interrompere il flusso incessante di pensieri e acquisire consapevolezza è la meditazione. Un altro lo Yoga, o per alcuni il Tantra.
Sono tutte vie che portano a sé, attraverso il silenziamento del dialogo mentale incessante che impedisce di contattare la parte più profonda di sé, che non parla tanto come la mente e per farsi sentire da noi ha bisogno di silenzio, di attenzione, di ascolto.
Le nostre menti sono troppo cariche, troppo reattive, troppo sotto pressione.
I ritmi incessanti ai quali siamo sottoposti rischiano di farci esplodere, e troppo spesso accade.
Accade nelle coppie, continuamente e incessantemente, ma accade anche tra sconosciuti.
Dobbiamo iniziare a rallentare davvero se vogliamo invertire questa rotta che ci porta a farci solo del male.
Negli ultimi anni alcuni eventi mondiali, guerre, pandemia, ci hanno portato a vivere conflitti globali: guerrafondai contro pacifisti, pro vaccino contro novax.
Indipendentemente da come la si pensi (proprio questo è il punto!) ciò che deve essere chiaro è che ogni polarizzazione porta inevitabilmente al conflitto e all’annientamento di ogni possibile forma di inclusione ed armonia.
Identificarci mentalmente con un’idea fino al punto di essere ostili verso chi ha la polarizzazione opposta è la causa dei conflitti e ci garantisce il disastro sia a livello di coppia che a livello globale.
Infatti le nostre lotte domestiche sono la trasposizione in piccolo dei conflitti mondiali, ne hanno le stesse dinamiche e portano agli stessi risultati: alla fine nessuno ci guadagna e tutti perdono.
Abbassare il livello del conflitto non è semplice. Bisogna volerlo profondamente e bisogna essere disposti ad impegnarsi ogni giorno per uscire dai vecchi schemi disfunzionali.
Farlo significa acquisire consapevolezza di sé, capire sottilmente la vera funzione della mente, e diventare l’Osservatore dei nostri pensieri, notando quando ci identifichiamo con un’idea qualunque e diventando consapevoli che solo “mollando” quell’idea senza sentirci per questo negati o peggio uccisi, significa in realtà che stiamo diventando liberi dai condizionamenti, liberi dall’idea mentale di identificazione, dove tutto deve avere un nome, un’etichetta e deve essere catalogato per tenere a bada la paura dell’ignoto.
Eppure l’unico spazio in cui l’incontro con l’altro può avvenire è proprio lo spazio dello sconosciuto, quello in cui non sappiamo nulla, non abbiamo alcuna idea da difendere e siamo totalmente aperti a farci sorprendere dall’esistenza nella meraviglia del momento presente.
“Vi sono gioia, facilità e leggerezza in quello che sto facendo? Se non ve ne sono, allora il tempo sta nascondendo il momento presente”, Eckhart Tolle.