Capire cos’è l’amore per rompere il ciclo di sofferenza

capire cos'è l'amore - relazioni - blog rivista heisenberg

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Capire cos’è l’amore è una delle sfide maggiori per chi intende intraprendere un percorso di consapevolezza e crescita personale. 

Una vita passata a cercare amore fuori di noi, quando l’amore non si trova all’esterno, ma dentro noi stessi.

Possiamo trovarlo altrove? Possiamo perderlo? Qualcuno ce lo può sottrarre? Cosa rovina le relazioni? La ricetta dell’infelicità in amore sembra persino troppo semplice da realizzare, o siamo noi ad avere quella sbagliata?

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Capire cos’è l’amore ponendosi le domande giuste

“Vi sono gioia, facilità e leggerezza in quello che sto facendo? Se non ve ne sono, allora il tempo sta nascondendo il momento presente e la vita viene percepita come fardello o lotta”.

Questa domanda semplice e al contempo potentissima non è stata scritta da me, ma da Eckhart Tolle, a pagina 86 del libro che più rappresenta il suo messaggio: Il Potere di Adesso.

Quante volte percepiamo la vita e le relazioni che viviamo al suo interno, come fardelli o lotte che ci paiono senza fine? Eppure come società siamo ossessionati dal trovare l’amore, anche se quel sentimento finisce per logorarci ancora e ancora. 

Cosa significa essere presenti, nel “qui ed ora”? E quante volte non siamo nel momento presente, ma persi nel passato o proiettati nel futuro?

La risposta è: quasi sempre.

E quando riesci davvero a capire cos’è l’amore, scopri come la relazione è il luogo ideale in cui spesso ci troviamo a creare infelicità. 

Vuoi perché tocca delle corde così sensibili, vuoi perché nella relazione infiliamo tante aspettative oppure perché tutto ciò che pensiamo di sapere su come relazionarci è perlopiù frutto di ciò che abbiamo appreso in famiglia o nel contesto sociale in cui siamo cresciuti e quindi quasi sempre è un apprendimento disfunzionale pieno di “una relazione è questo e non è quello”, tanto che, più che altro, ci mettiamo insieme all’idea della persona che vorremmo al nostro fianco, più che alla persona che incontriamo davvero.

Anche perché è facile parlare di incontro… ma chi si incontra quando pensiamo di esserci incontrati? 

Chi è davvero presente al momento dell’incontro? Ci siamo noi? O ci sono i nostri programmi, i nostri bambini emozionali, i nostri film mentali, le nostre proiezioni?

L’altro è davvero chi è, o è uno schermo bianco in cui proiettiamo il nostro film, di cui siamo registi, sceneggiatori e attori?

E quando la proiezione finisce e scorrono i titoli di coda, cosa ci rimane? Spesso diciamo che non ci è piaciuto per nulla ciò che abbiamo visto, che il titolo non corrispondeva al contenuto del film.

Pieni della speranza di trovare l’amore abbiamo comprato il biglietto per vedere “E vissero felici e contenti” e invece siamo stati obbligati ad assistere a “Come ti rovino la vita” e cavoli, ci sentiamo ingannati oltre che derubati dei nostri averi, e del nostro tempo!

Perché spesso quelle proiezioni durano mesi, a volte anni, a volte quasi una vita intera.

Immagina di stare una vita intera seduto in una sala cinematografica ad invecchiare, costretto a guardare un film che ti rende triste e infelice. 

E a pensare che quel film è tutto ciò che puoi avere, non c’è altro per te. Sembra una tortura inconcepibile, vero?

Eppure è questo che facciamo, quando siamo inconsapevoli, cioè non siamo coscienti, di cosa ci muove verso l’altro, e di come il nostro corpo di dolore (chiamalo personaggio, mente, schema programma, bambino emozionale, cambia poco, sempre quello è) si sostituisce a noi nell’essere presente alla nostra esistenza.

La mia impressione però è che questo sia un momento storico in cui si parla tanto di tutto, si trovano montagne di informazioni grazie alla rete, si ricevono consigli (spesso non richiesti) ogni volta che apriamo le pagine dei social.

Si trovano anche ispirazioni, citazioni, argomentazioni. Noi riceviamo tutto questo e al momento ci sembra anche di esserne nutriti, certamente influenzati, ma poi?

Quanto di tutto questo diventa la nostra realtà? 

Quanto ci porta, a livello profondo, a capire cos’è l’amore? 

Trovare l’amore capendo cosa significa essere presenti

Credo che la risposta sia molto poco, o almeno questo è ciò che accade a me di fronte alla bulimia di informazioni che inghiotto ogni giorno.

Per questo nei miei articoli e nelle mie condivisioni cerco, magari non sempre riuscendoci, di dare a chi legge una comprensione un po’ meno superficiale dell’argomento, in modo che si possa “bucare” lo strato della personalità e dell’ego per raggiungere qualche punto nascosto, più sensibile, più vero.

E quindi rieccomi a parlare di cosa significa essere presenti e allineati, lo “spazio di presenza”, il “qui e ora”. Tutti concetti che non si possono comprendere attraverso la mente logica e razionale. 

Se io chiedo alla mia mente di stare “qui e ora”, una voce mi risponde: “E dove altro dovrei essere scusa? Ma che domande fai? Bah, pensa a lavorare invece di fare domande senza risposta per favore”. 

Con un tono anche un po’ spiccio e supponente di un maestro che si trova ad avere a che fare con un alunno perditempo che si distrae facilmente.

La mia mente infatti, così come la tua, non ammette distrazioni. 

Attraverso la mente è impossibile capire cos’è l’amore, anche se lei ci dirà in tutti i modi che non è così.

Essendo nata per assicurarci la sopravvivenza quando distrarsi significava finire mangiati da un animale o cadere in un burrone camminando, continua a far bene il suo lavoro e quando ci distraiamo si scoccia parecchio.

Peccato che non vivendo più in un mondo in cui siamo minacciati da un continuo pericolo di vita, la mente crea pericoli di ogni genere per “fare qualcosa”, anche e soprattutto quando non esistono.

Questo crea dei veri e propri “film mentali” che diventano presto la nostra realtà.

L’identificazione con gli attori della storia di questo film completa la nostra astrazione rispetto a ciò che davvero sta accadendo, per trasportarci in quella proiezione cinematografica prodotta dalla nostra mente e proiettata davanti ai nostri occhi ogni istante delle nostre giornate. 

Ognuno di noi fa la stessa cosa: proietta davanti a sé il suo film, e così ci precludiamo la possibilità di trovare l’amore, quello vero e profondo, anche se dentro di noi sappiamo esistere da qualche parte. 

E in questo modo, quando ci incontriamo, in realtà non incontriamo nello spazio presente una persona per come è, ma finiamo dentro al suo film, così come lei finisce dentro al nostro.

E quando si finisce dentro a un film, si finisce per assumere un ruolo per poter comunicare con gli altri attori all’interno di quella storia già scritta.

Ed ecco che siamo completamente fuori dal momento presente, dal qui e ora, dallo spazio di presenza, e veniamo catapultati nel mondo delle ripetizioni. Inizi a capire perché è così difficile capire cos’è l’amore?

Domandati: Perché ripetiamo?

Ti rispondo con un’altra domanda: conosci forse un film che è stato proiettato una sola volta?

Difficile trovarlo. Un film viene proiettato seguendo una legge di mercato: fino a che qualcuno lo va a vedere.

E questo è esattamente quello che fai tu, che facciamo noi: proietti il tuo film fino a che credi a quella storia e sei coinvolto nella sua visione, fino a che non lo hai visto così tante volte che dici a te stesso: adesso basta!

Quel momento, il momento in cui non vuoi più rivedere quel film, il momento in cui realizzi che quello è un film e non la realtà, solitamente è anche il momento in cui ti “risvegli” e cominci a diventare consapevole di cose che fino a lì non vedevi proprio.

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Cosa rovina davvero le relazioni

Può essere un momento impegnativo sotto tanti punti di vista.

Per chi ha una modalità “dipendente” all’interno della relazione, modalità che mi apparteneva per la maggior parte del tempo, la scoperta può essere ad esempio quella di non aver mai davvero amato, ma di aver sempre avuto bisogno del partner.

E questa è una scoperta che può scuotere nel profondo, ma è anche un punto di inizio, una nuova consapevolezza che ti renderà libero di sperimentare una realizzazione profonda, capire cos’è l’amore, e questa volta, sentirlo con tutto il tuo essere. 

Si può passare anni convinti di essere capaci di amare profondamente qualcuno misurando questo amore con il metro del dolore che proviamo quando questa persona si allontana o non ci ama di rimando “quanto lo amiamo noi”, ma poi realizzare (e uso apposta il termine realizzare e non capire o comprendere, proprio perché non si comprende con la mente ma si realizza a un altro livello, che non ammette dubbi o discussioni), che non era amore ma solo un tentativo sfrenato di non toccare la ferita di abbandono, di non sentirsi soli.

E allora ecco che qualunque “attore” va bene nel ruolo del nostro innamorato, possiamo cambiare il volto, l’età, la professione, la voce, gli occhi e i modi, ma alla fine, inserito come personaggio nel nostro film, si atterrà al copione che noi stessi abbiamo scritto, e ci abbandonerà.

La stessa cosa varrà al contrario, ovvero quando il nostro personaggio si sentirà, invece che abbandonato, sempre invaso, soffocato, oppresso dal senso di colpa di non saper amare abbastanza l’altro, che gli chiede amore per non morire, amore per vivere, che gli dice che senza di lui o lei non può farcela ad andare avanti.

La ricetta per il disastro di una relazione è semplice. E infatti tutti siamo stati capaci di realizzarla, ecco cosa rovina le relazioni.

Tutti abbiamo disintegrato una relazione e moltissimi di noi continuano a farlo ogni volta.

Leggevo oggi che solo a Milano, la mia città, quella che si usa spesso per misurare il trend di vita di tutta l’Italia, ha il 47% di persone che vivono da sole, di single.

Significa che quasi la metà degli abitanti non ha una famiglia, non ha figli, e non vive con la famiglia di origine.

Un altro sondaggio diceva che sempre a Milano ci sono più cani che bambini. 

Ora, io adoro i cani, ne ho due, ma sono numeri che non possono non aprire una riflessione in ognuno di noi.

Un mantra per ricordarti dove trovare il vero amore

Occorre creare un approccio diverso quando entriamo in relazione con l’altro, un approccio che può partire solo da un profondo spazio di connessione con noi stessi.

Cercherò di dirlo nel modo più chiaro che mi riesce: bisognerebbe portare l’incontro con l’altro da fuori a dentro di noi, nello spazio del cuore. Sentendo che in quello spazio ci sentiamo anche un po’ troppo esposti, e senza fuggire da quella sensazione.

Realizzando così che l’incontro con l’altro è sempre un incontro d’amore con noi stessi. 

Capire cos’è l’amore in una relazione significa realizzare che se non riusciamo a incontrare noi stessi in uno spazio d’amore, tanto meno potrà essere in grado di farlo l’altra persona.

E quando l’incontro avviene all’esterno, nel mondo mentale delle parole, del rumore eccessivo, della distrazione, dell’andare di corsa, del voler far accadere per forza qualcosa, ecco, in quel mondo non ci siete voi ma non c’è nemmeno l’altro.

E l’incontro avviene per finta, e per finta vi unirete, e per finta camminerete nella relazione, fino ad accorgervi un giorno che siete soli, e che lo siete sempre stati.

Mi capita spesso di leggere sui giornali online interviste a persone che si sono lasciate e la frase che spesso dicono è: “Non lo riconoscevo più, non era la stessa persona, eravamo due estranei”.

E viene affermato con stupore, con lo stupore che può avere un bambino. Ma quello che parla è un adulto, ha 30, 40, 50 anni. Come fa ad avere l’elaborazione emozionale che avrebbe un bambino di 4 anni? E poi ci si sorprende quando non si riesce a trovare l’amore, quello vero. 

Quella relazione non è mai stata fra due persone adulte e presenti, ma è stata dall’inizio il film proiettato dai due bambini emozionali. 

E cosa accadrà? Che dopo pochi mesi incontreranno un’altra persona e il film ricomincerà identico, per questo è necessario capire cosa significa essere presenti, per liberarsi dal ciclo di ripetizione che altrimenti ci incatena.

È inutile che faccia nomi, lo potete vedere facilmente nelle coppie cosiddette “vip”, le cui vite pubbliche sono lo specchio di quelle nostre private, solo un po’ più fintamente luccicanti.

Ed ecco che possiamo finalmente rispondere alla domanda “cosa rovina le relazioni?” 

E la risposta è semplice: cercare questo amore al di fuori di noi. 

E quindi cari lettori, per concludere questo nostro ennesimo piccolo viaggio all’interno delle relazioni, e darvi una mano a capire cos’è l’amore, vi lascio (ma solo per questo mese!) con una piccola citazione sempre tratta dallo stesso libro di Eckhart Tolle con il quale abbiamo iniziato questo articolo:

“Il vostro amore non è al di fuori; è in profondità dentro di voi. Non potete mai perderlo e non può mai abbandonarvi. Non dipende da qualche altro corpo, da qualche forma esterna. Guardate al di là del velo di forma e separazione. Questa è la realizzazione dell’unione. Questo è amore.”

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