Trovare il giusto equilibrio nell’aprirsi alla vita e chiudersi è essenziale se vogliamo vivere in modo sereno e consapevole.
Perché l’apertura, come la chiusura, sono due facce della stessa medaglia.
Questo mese, qui su “Heisenberg”, ti spiego i vantaggi dell’uno e dell’altro, e come fare a bilanciare volontariamente questi due aspetti che formano la tua esistenza, per permetterti di trovare l’equilibrio nella vita.
Cosa significa aprirsi alla vita?
La vita è fatta di porte che si aprono e si chiudono, di momenti in cui scegliamo di lasciar entrare la luce e altri in cui preferiamo proteggere il nostro spazio interiore.
Aprirsi alla vita, come chiudersi, non sono opposti assoluti, ma piuttosto aspetti di un’unica danza che tutti noi compiamo ogni giorno.
A volte ci apriamo al mondo con entusiasmo, altre volte chiudiamo per difenderci dalle delusioni o per ritrovare noi stessi.
Apertura e chiusura non sono nemici ma, spesso, compagni di viaggio.
La chiusura può offrirti una pausa per recuperare, per proteggerti quando necessario.
Aprirsi alla vita, però, è ciò che ti consente di crescere, di amare e di vivere pienamente.
E, se ci pensi, prima o poi tutti siamo passati da lì. C’è stato un momento in cui abbiamo deciso di aprirci al mondo e uno in cui abbiamo chiuso tutte le porte, per paura o semplicemente per bisogno di ritrovare noi stessi.
La vita è fatta di questi movimenti, quasi come il respiro: inspiriamo per abbracciare nuove esperienze, e poi espiriamo, ritirandoci in noi stessi per riflettere e capire meglio cosa stia succedendo.
Aprirsi alla vita rappresenta la capacità di accogliere nuove esperienze, abbracciare il cambiamento, ed essere disponibili verso idee, persone e situazioni.
Essere aperti significa avere il coraggio di uscire dalla propria zona di comfort, accettare l’incertezza e permettersi di esplorare nuovi percorsi.
Quando siamo aperti ci esponiamo a punti di vista differenti, arricchendo le nostre conoscenze e migliorando le nostre capacità creative.
L’apertura ci facilita le relazioni e ci aiuta a capire meglio gli altri.
Questo non solo favorisce l’amicizia ma anche la collaborazione e il supporto reciproco.
Aprirsi alla vita però richiede molto coraggio, sai perché?
Perché devi accettare il rischio di sbagliare: comunque questa vulnerabilità ci rende più forti e resilienti, permettendoci di affrontare le paure in modo più consapevole.
Tuttavia vivere sempre nell’apertura può essere stancante.
Se ci spingiamo troppo oltre, senza mai fermarci a riflettere, rischiamo di esaurire le nostre energie e perdere il nostro senso di stabilità.
La chiusura, invece, a volte, è un rifugio necessario: Se vuoi trovare l’equilibrio nella vita non devi necessariamente vederla in modo negativo.
Chiusura significa anche proteggersi, prendersi del tempo per riflettere.
È, per certi versi, una fase di riposo, un momento in cui ricaricarsi e assimilare ciò che abbiamo vissuto.
Prova a pensare: dopo un periodo di grande apertura, è naturale sentirsi sopraffatti. Ecco allora che la chiusura ci permette di interiorizzare ciò che abbiamo appreso e di fare chiarezza nei nostri pensieri.
Come vedi i pro e i contro sono da ambo le parti: la vera magia sta nel trovare l’equilibrio tra apertura e chiusura.
Troppo tempo passato nell’apertura può portare al sovraccarico emotivo, mentre una chiusura eccessiva può condurre all’isolamento e alla stagnazione.
Ma cosa succede quando in un momento di chiusura, dimentichiamo quanto è importante rimanere un po’ aperti?
Ecco qualche storia di persone che hanno superato questo dualismo e raggiunto così l’equilibrio nella vita.
Storie di persone che hanno trovato l’equilibrio nella vita
Alice ha sempre avuto un cuore grande.
Quando era al Liceo, tutti sapevano che potevano contare su di lei: era quella che ascoltava gli amici fino a tardi, che organizzava cene per tutti e che si preoccupava sempre degli altri.
Ma dopo una delusione sentimentale particolarmente dolorosa, Alice ha deciso di chiudere il suo cuore.
Sentiva di aver dato troppo. Di avere amato troppo e di non aver ricevuto abbastanza in cambio.
Per un po’ la chiusura l’ha fatta sentire sicura. Nessuna vulnerabilità, nessun rischio di essere ferita.
Quando abbiamo parlato, però, si è resa conto che, chiudendo il suo cuore, non solo non rischiava più ma non provava più la gioia autentica che la connessione con gli altri le dava.
Alice ha deciso di iniziare il Percorso Deva XP e ha iniziato di nuovo, guidata, dei piccoli passi ad aprirsi alla vita.
Ha iniziato a partecipare agli aperitivi con i suoi colleghi, anche se, all’inizio, non aveva molta voglia.
Piano piano, si è accorta che alcune persone meritavano di nuovo di entrare nel suo cuore. Non è stato un aprire tutto di un colpo ma piuttosto una lenta e gentile crepa che ha lasciato filtrare nuova luce.
Marco, invece, si è preso tutto il rischio del cambiamento. Lavorava nello stesso ufficio da dieci anni. Amava la sua routine, conosceva tutti e si sentiva a suo agio.
Ma c’era una parte di lui che desiderava cambiare.
Ogni volta che pensava di fare quel salto, magari accettando una proposta diversa, o avviando quel piccolo progetto che aveva in mente da anni, la paura lo bloccava.
La sua risposta naturale era chiudersi: “Meglio restare dove sono, almeno qui è sicuro”, si ripeteva. Poi è successa una cosa semplice ma potente. Un suo amico, Luca, gli ha raccontato come aveva lasciato il suo lavoro per aprire una piccola attività di falegnameria, una passione che aveva sempre avuto.
Quando abbiamo parlato, Marco mi ha raccontato che l’entusiasmo negli occhi di Luca, lo ha colpito molto e per la prima volta ha pensato: “Perché non posso provarci anch’io?”
Decide quindi di intraprendere il Percorso Deva XP e di lavorare su quei blocchi che si trascina da tempo.
Non ha cambiato tutto di punto in bianco, ma ha iniziato a mettere in pratica qualche piccolo esercizio per aprirsi alla vita.
Ha iniziato, la sera, a dedicare un paio d’ore a studiare qualcosa di nuovo.
Alla fine non ha lasciato subito il suo lavoro, ma si è aperto a nuove possibilità e ha apportato delle modifiche importanti alla sua routine. Scoprendo un lato di sé che aveva tenuto chiuso per tanto tempo e trovando nuova energia vitale, proprio quella che negli anni si era sopita.
Queste storie ci ricordano che per trovare l’equilibrio nella vita, e cioè tra apertura e chiusura, non c’è una regola fissa.
Alice e Marco hanno trovato ciascuno il proprio ritmo, oscillando fra il proteggersi e l’aprirsi.
C’è un tempo per chiudere il cuore e difenderlo, ma anche un tempo per aprirlo e permettere alla vita di entrare di nuovo.
A volte la vita ci mette davanti a momenti che ci spezzano e ci portano inevitabilmente a chiuderci per cercare rifugio.
Ci sono dolori talmente profondi da farci credere che chiudere il cuore sia l’unico modo per sopravvivere.
Ma, piano piano, arriva un momento in cui sentiamo il bisogno di respirare ancora e di sentire qualcosa di diverso dalla sofferenza, di ritrovare il nostro equilibrio nella vita.
Quindi quello che ti invito a fare è di rimanere sempre in apertura e in amore per la vita e per te.
Aprirsi alla vita significa abbracciare la possibilità che, nonostante tutto, la vita possa ancora sorprenderci con nuovi motivi per sorridere.
Anche quando sembra impossibile, aprire il cuore dopo averlo chiuso è come far entrare un raggio di sole in una stanza buia: un piccolo gesto che può illuminare tutto e riportare calore alla nostra vita.