Come il cervello crea la realtà (e perché)

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“La realtà che osserviamo, la materia che si trasforma nello spazio e nel tempo, potrebbe avere ben poco a che fare con la realtà ‘vera’, che sta davvero ‘là fuori’. Sempre che là, fuori di noi, esista una realtà”.

Brian Green – fisico statunitense tra i più importanti studiosi della “Teoria delle stringhe”

Nello scorso articolo ti ho parlato di quello che sai della realtà. Ti ho spiegato di cosa effettivamente sia fatta la realtà: energia immersa in un campo di energia. 

In questo numero voglio approfondire, e raccontarti come tu stesso crei la tua realtà; e ancora, perché la crei.

La realtà, potresti chiederti, non è già lì fuori nelle cose che osservi e vivi ogni giorno?

Prima di rispondere alla tua domanda, rispondi tu a questo quesito: “Un albero che cade fa rumore?”. Questo interrogativo, apparentemente strano, non è mio. È del Dottor Robert Lanza.

Robert Lanza è professore presso la Wake Forest School of Medicine (North Carolina) e direttore scientifico dell’Astella institute for Regenerative Medicine, dove si occupa di cellule staminali e clonazione. Ha all’attivo centinaia di pubblicazioni e di brevetti, è autore di una ventina di libri scientifici e nel 2005 ha ricevuto il Rave Award per la medicina da Wired. Come se non bastasse, nel 2014 è stato incluso fra le «100 persone più influenti del mondo» dal Time. 

Ma torniamo alla sua domanda: “Un albero che cade fa rumore?”

Se il dubbio ti era sembrato strano, la verità lo sarà probabilmente ancora di più. Infatti, se la tua risposta è stata “sì”, la risposta del Dott. Lanza invece è: “No, un albero che cade non fa nessun rumore”. In realtà, come lui stesso spiega, un albero che cade provoca semplicemente uno spostamento d’aria. È infatti quello spostamento d’aria a raggiungere il tuo timpano e a farlo vibrare (e quindi a darti la sensazione di un rumore). 

Un albero che cade è semplicemente un fatto, è semplicemente ciò che è. Tutto il resto, tutto quello che succede dopo, è una tua interpretazione (anzi, come vedremo man mano che proseguiremo nel viaggio attraverso i livelli di creazione della realtà, è addirittura una tua creazione). 

E sai perché? Perché una volta che quello spostamento d’aria raggiunge il tuo timpano e lo fa vibrare inizia un’esperienza soggettiva, tutta interna, tutta tua: potresti fuggire dalla paura, potresti restare lì a guardare un evento che non capita solitamente di osservare… potresti decidere di fare altre migliaia di cose.

Per dirla con il Cervello Quantico: a partire da quell’evento, potresti decidere di creare un qualsiasi futuro fra tutti i futuri in quel momento potenzialmente già disponibili. 

Per farti comprendere ancora più profondamente questo concetto fondamentale, voglio raccontarti una piccola storia: un giorno due persone, ognuna delle quali dirigente di una diversa azienda di calzature, vennero mandate in una parte sperduta dell’Africa per valutare la possibilità di iniziare in quel posto una nuova attività. Dopo un paio di giorni il primo chiamò il suo referente in azienda e gli disse: “Qui le scarpe non le usa nessuno, sarebbe una pessima idea pensare di aprire un’attività in questo posto”. Anche il secondo chiamò il suo referente, ma gli disse: “Qui le scarpe non le ha nessuno… ne venderemo tantissime!”.

La domanda chiave è: chi decide cosa? 

Perché davanti allo stesso tipo di eventi, persone diverse reagiscono in modo diverso? Perché davanti ad un evento qualsiasi alcune persone vedono un problema mentre altre vedono una possibilità? Perché questo succede non solo davanti agli eventi che viviamo tutti i giorni, ma anche di fronte ai grandi temi della vita? Quelli della salute ad esempio, o addirittura sul tema della morte? 

La risposta è una ed una sola: tutto dipende dai programmi mentali, da quel chip che ti è stato “immesso nella testa”, che è stato programmato e che continua ad essere programmato ogni giorno e che ti dice che cosa è giusto e che cosa è sbagliato, come fare le cose e come non farle.

E di conseguenza viene semplice pensare che se fossi nato in un altro posto del mondo e avessi avuto altre esperienze di vita o fossi cresciuto in un altro ambiente, magari fisicamente saresti la stessa persona, ma nello stesso tempo saresti una persona totalmente diversa. 

E allora ti faccio un’altra domanda: “Quando dici ‘io’, a chi ti riferisci?”. A quell’ammasso di programmi mentali o a qualcos’altro? La verità, e ormai stai cominciando ad intuirlo molto bene, è che c’è molto di più. 

Identificarsi con i propri programmi mentali è come essere davanti ad un meraviglioso quadro d’autore e continuare ad osservare il chiodo con cui è stato appeso… Il tuo più grande potenziale è spesso inesplorato. 

Conoscere il tuo cervello, il modo in cui è stato programmato, per demolire quei programmi e inserirne altri che vanno bene per il tuo scopo, ti aiuterà a cambiare completamente prospettiva e a creare realtà totalmente nuove. Il nostro cervello infatti, sebbene sia uno strumento molto potente, in realtà altro non è che un esecutore – o meglio un potente esecutore – di programmi mentali. Ogni scelta che facciamo, ogni decisione che prendiamo, è la fase finale di un’elaborazione mentale.

Tutte le azioni che compi (e sottolineo TUTTE) sono il frutto di una programmazione, sempre. Ad esempio, prendendo in considerazione la tua parte razionale, cosa ti veniva ripetuto più spesso quando eri bambino? Quali situazioni hai vissuto? In quali ambienti sei cresciuto? Quali sono le cose che hai involontariamente imparato? I concetti che volontariamente, o involontariamente, ti hanno passato? Io spesso faccio questo esempio: da bambino, come la maggior parte dei bambini, mi piaceva giocare a calcio. Ma se fossi nato in America, probabilmente mi sarebbe piaciuto il Basket… o il Football americano. È un esempio volutamente semplice, ma prova a pensare quanti concetti ti sono stati passati, senza che tu ne fossi cosciente. 

Allora cosa fa la differenza fra una persona e un’altra? Una cosa sola: la sua programmazione. E quando parlo di programmazione intendo quella sui tre livelli chiave che compongono l’essere umano: mentale, emotiva ed energetica. 

Ecco quindi il primo potere che hai per avere impatto sulla tua realtà: dissociarti dai tuoi pensieri (quando non sono veramente tuoi) e avere la capacità di vedere le cose in modo diverso. Produrre programmi mentali convincenti per il tuo scopo. Una volta che sai che non sei tu ad essere bloccato, ma sono i tuoi programmi mentali che compongono le “sbarre della prigione”, non ti resta che cambiarli.

Lì fuori, come diceva all’inizio di questo articolo il fisico Brian Greene, non esiste niente… tutto dipende dai tuoi programmi mentali: linee guida di cui puoi diventare consapevole e artefice. Puoi riprogrammare il tuo cervello sì, ma questa volta con programmi utili al tuo scopo. Ed è in quel momento… che cambia tutto. Nei prossimi articoli scenderemo ancora più in profondità nella creazione della realtà.

Ti do appuntamento al prossimo numero di “Heisenberg”, il viaggio continua!

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