Il cambiamento nel lavoro e il desiderio di evoluzione

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Il cambiamento nel lavoro, così come in molti altri ambiti della vita ci spaventa.

Ci aspettiamo che tutto debba andare “per il verso giusto”, non amiamo avere problemi, affrontare fallimenti o difficoltà.

Siamo convinti che la vita sia una linea dritta che noi dobbiamo percorrere costantemente in salita.

Ma così facendo non capiamo che ogni cosa che accade può essere la scintilla che dà inizio a una strada ancora più bella.

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Cambiare per iniziare a vivere davvero

Ho passato anni a cercare, più o meno disperatamente, di cambiare qualcosa nella mia vita ma, anche se alcuni luoghi e personaggi mutavano, la sostanza mi sembrava sempre la stessa ovvero quello che non cambiava mai era il modo in cui io mi sentivo. 

Ogni anno, a Natale, quando immancabilmente mi capitava di ascoltare Last Christmas degli Wham, scuotevo la testa al pensiero che anche questa volta avrei dato il mio cuore a una persona davvero speciale… l’anno prossimo!

Ogni anno, insieme a questa canzone, arrivava la consapevolezza che non ero riuscita a cambiare nulla di incisivo nella mia vita nonostante mi arrabattassi in tanti modi, sia nel lavoro che nella vita privata. 

Poi, insieme a un evento sconvolgente riguardante la mia salute, ho iniziato a cercare un senso profondo in quello che stava succedendo e nella mia esistenza in generale.

In quel momento stavo perdendo tutto ma nulla di quello che avevo vissuto fino ad allora, che mi era passato davanti come in un film, sembrava avere davvero senso.

Questo film era la mia vita ma sembrava più che altro un’accozzaglia di giorni tutti simili senza davvero nulla di profondamente colmo di significato.

Se volevo sopravvivere qualcosa andava cambiato, era arrivata la consapevolezza: dovevo cambiare per iniziare a vivere davvero!

Ho iniziato a leggere tantissimo e cercare quel qualcosa che era sembrato sfuggirmi dalle mani per così tanti anni.

Poi è cominciata quella che oggi chiamerei consapevolezza, una luce che ha iniziato a illuminare il buio delle mie credenze limitanti e degli stessi schemi ripetuti all’infinito senza rendermene conto.

A un certo punto ho compreso che sì, era vero che stavo facendo il lavoro per il quale avevo studiato ma era anche vero che volevo di più e dovevo osare chiederlo alla mia vita, una vita che avevo smesso di dare per scontata e che era diventata sacra dopo aver rischiato concretamente che terminasse troppo presto.

Volevo sentirmi utile, viva, volevo sentirmi di dare un contributo importante ai miei simili, non mi volevo più accontentare di passare bene la giornata e avere un compenso dignitoso.

Il mio punto di svolta

Lì è cominciata un’evoluzione davvero drastica, iniziata con quanto di meno auspicabile ci si possa augurare nella vita e proseguita con un’unica costante: il cambiamento nel lavoro e in ogni ambito della mia vita.

In questi ultimi anni mi succede praticamente il contrario di quello che mi accadeva prima: un tempo mi trovavo a fare cose diverse e a sentirmi sempre allo stesso modo mentre, ora, mi accade di trovarmi a fare esperienze simili come, ad esempio entrare in un’aula formativa o anche semplicemente cenare nello stesso ristorante nel quale sono già stata tempo prima, sentendomi una persona completamente diversa.

Quando il percorso di cambiamento inizia diventa inarrestabile e ogni giorno mi chiedo con grande curiosità quanti e quali passi mi aspettano da qui in avanti pregustando la gioia di sentirmi sempre meglio e vivere sempre più a pieno la vita.

Mia mamma ultimamente mi ha detto di aver visto in me almeno “tre persone diverse” e lo dice con stupore perché normalmente si dà per scontato che le persone non cambino mai…

Beh, io ne conto almeno una decina di “versioni di me”, so che la mia anima resta la stessa ma io continuo ad andare avanti senza preoccuparmi di essere “coerente” con il passato e con scelte che oggi non rifarei, lasciandomi guidare semplicemente dall’amore e dal desiderio, per quanto possibile per un essere umano, di sentirmi bene e fare del bene. 

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Il desiderio di evoluzione nel lavoro è sano

Nonostante queste mie ultime parole possano suonare come piuttosto poetiche, il cambiamento non è quella linea retta direzionata verso l’alto che normalmente tendiamo ad aspettarci.

Un cambiamento evolutivo all’interno del lavoro, ad esempio, può essere preceduto da un licenziamento, un fallimento, un mancato scatto di carriera, tutti eventi in grado di destabilizzarci, farci versare lacrime ma anche capaci di fornirci, magari guardando a ritroso, i giusti spunti per andare avanti. Insomma, “un modo diverso di vedere le cose” come dice sempre Italo.

Conosco persone che ringraziano di avere avuto colleghi insopportabili o persone che hanno anelato inutilmente per anni uno scatto di carriera che non è mai arrivato, se non fosse stato per quelle “mancate fortune” magari avrebbero continuato per anni a non cercare qualcosa di diverso e più appagante per loro.

Qualche giorno fa mi ha telefonato una mia amica ringraziandomi per le dritte che le avevo dato e comunicandomi che, finalmente, già da qualche mese aveva trovato lavoro come impiegata in una piccola azienda.

“Beh, io volevo dirti che, nonostante il lavoro mi piaccia e l’ambiente sia tranquillo, io ho iniziato a pensare che ci sono altre cose che mi piacerebbero ancora di più e vorrei provare a mandare qualche curriculum ma… Mio marito dice che non mi accontento mai, tu che ne pensi?” mi ha detto.

Io penso, ed è quello che le ho risposto, che è davvero sano che una volta che ci sentiamo tranquilli cresca in noi un desidero di evoluzione, un desiderio di cambiare per iniziare a vivere davvero, la scala dei bisogni di Maslow in questo senso parla chiaro.

Anche io, personalmente, ho desiderato per anni potermi dividere tra la libera professione e un impiego nei servizi pubblici per il lavoro part time e questo è stato il mio sogno finché poi, un giorno, non si è realizzato.

Sono andata a firmare il contratto a tempo indeterminato con una penna a forma di unicorno, l’unicorno è per me il simbolo del fatto che “tutto è possibile” e ne tengo un piccolo esemplare sopra il comodino che mi ricorda sempre che l’“impossibile” è a portata di mano.

Una volta arrivato il momento della firma la mia simpatica penna a forma di unicorno non ha funzionato e, rammaricata, ho dovuto scavare all’interno della mia borsa per trovarne un’altra ben più banale.

Se nella vita tutto ha un senso, anche il comportamento della mia penna a unicorno, nel tempo, ne ha acquisito uno: non era il sogno della vita quello, era un sogno del momento che avrebbe poi potuto, come è puntualmente successo, lasciare spazio ad altri. 

I sogni cambiano, come tutto il resto ed è giusto lasciare fluire le cose, “alzare l’asticella” e non pensare che cambiando stiamo tradendo noi stessi e i nostri (vecchi!) sogni.

Tradiremmo noi stessi se non andassimo costantemente avanti.

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