Perché le emozioni negative possono controllarti

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Negli articoli passati di “Heisenberg” abbiamo parlato delle emozioni negative, di come la traccia che il dolore, o meglio il ricordo di esso, lascia nelle nostre cellule e di come determina le nostre reazioni istintive e non.

Oggi capiremo perché le emozioni negative possono controllarti e far nascere dei programmi mentali, esplorando i diversi tipi di memoria.
Ci concentreremo su due: la memoria a breve termine e la memoria a lungo termine.

Come nascono i programmi mentali dalle emozioni

La memoria a breve termine contiene le informazioni di carattere momentaneo. 

Quando queste informazioni vengono consolidate nel tempo (o rivestono un alto significato emotivo) vanno nella memoria a lungo termine, che rappresenta il grande contenitore storico, il nostro hard disk dal quale recuperare informazioni anche a distanza di anni. 

Questo succede perché il nostro cervello, essendo anche un dispositivo elettrico, produce onde. La frequenza delle onde si misura in Hertz.

Quando siamo svegli la nostra attività cerebrale ha una frequenza media di 9 Hertz, a meno che non si verifichino dei picchi dovuti a forti emozioni negative o positive, gioie, spaventi, rabbie, ansie o altro.

Qualsiasi evento della nostra vita può imprimersi nella memoria e portarsi dietro una traccia emotiva. 

Ad esempio se durante gli anni scolastici lo studio per te si è sempre accompagnato a fatica, ansia e paura del voto, anche a distanza di tempo, quando riprenderai dal cassetto della memoria ciò che hai studiato preleverai non solo le informazioni studiate ma anche le memorie con cui le hai tracciate. 

Se studiare per te è associato ad ansia, ogni volta che dovrai studiare qualcosa o anche far studiare qualcosa magari a tuo figlio lo rivivrai sempre con ansia. Che probabilmente trasmetterai a tuo figlio.

Fissa bene questo concetto: grazie a questo meccanismo quindi assocerai a tutte le attività simili la stessa risposta emozionale, e dunque, avrai creato dei programmi mentali.

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Come le emozioni negative ti controllano

Tutto ciò può avvenire anche in senso positivo, ovviamente. Ma c’è una differenza sostanziale tra le emozioni positive e le emozioni negative

Ed è la seguente, riprendendo gli illuminanti concetti espressi dalla Dott.ssa Lucangeli:

Nel momento in cui proviamo una grande gioia, la stessa gioia provoca un picco hertziale ovvero un’onda di altissima intensità ma di breve durata perché deve tracciare la memoria di gioia. 

Ma siccome la gioia fa bene come ogni meccanismo benefico il cervello lo deve cercare ancora. 

Ecco perché viene tracciata con un picco altissimo ma di breve durata: in questo modo si innescherà il meccanismo di ricerca della gioia.

Ma se invece, in relazione ad una qualsiasi esperienza che viviamo, proviamo delle emozioni negative che potrebbero essere angoscia, ansia, una qualche forma di paura, il meccanismo di tracciamento è diverso. 

Quella emozione negativa provocherà un’onda di bassa intensità ma di lunga durata: non si fa vedere dalla mente poiché, in caso contrario, provocherebbe un continuo dolore. 

Ma resta lì, sotto il livello di coscienza, perché deve dare un alert: scappa che ti fa male, scappa che provoca dolore. 

Ed ecco che i nostri circuiti sono invasi da onde che dicono scappa perché ti fa male e l’energia che produciamo è energia che ci dice scappa perché c’è dolore. 

Questi programmi mentali vengono tracciati sotto il livello di coscienza. 

Dunque possiamo concludere che non è la mente che comanda le emozioni, ma assolutamente il contrario.

Basta una goccia di emozione per fare in modo che, sebbene il cervello sia addestrato, il comportamento manifesto subisca un’alterazione. 

Perché l’emozione, e in particolare le emozioni negative, sono più potenti del sistema cognitivo. 

Sono il grande decisore. 

È un sistema intelligente ma ha solo due risposte: mi fa male o mi fa bene.

Visto che si tratta di risposte invisibili conservate nella memoria a lungo termine, ora sai perché sono tracciate sotto il livello della coscienza e si manifestano nella vita reale provocando la nascita dei programmi mentali. 

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