Come liberarsi dal senso di colpa per ritrovare la motivazione a lavoro

liberarsi dal senso di colpa - lavoro - blog rivista heisenberg

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Liberarsi dal senso di colpa in ambito lavorativo è un passo fondamentale per iniziare a creare la vita che desideri e ritrovare la consapevolezza di te.

Purtroppo più volte in terapia mi sono capitate persone fortemente appesantite (a volte devastate) dal senso di colpa, in ambito lavorativo e di riflesso in ambito personale

Il senso di colpa è un’emozione che noi occidentali, e in particolare chi interpreta in un determinato modo la religione cattolica, conosce molto bene. 

Il concetto di peccato, pentimento, punizione ed espiazione delle varie colpe sono, infatti, tutti concetti riconducibili alla grande famiglia del senso di colpa. 

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Liberarsi dal senso di colpa comprendendo le tue emozioni

Come tutte le altre emozioni poco piacevoli da sperimentare, anche in questo caso liberarsi dal senso di colpa potrebbe sembrare vantaggioso ma, come ogni altra emozione che non ci piace, anche il senso di colpa ci è utile in qualche modo, e vedremo insieme qual è. 

Nei mesi scorsi ho seguito in un percorso terapeutico un’avvocatessa penalista. 

Annalisa, la chiameremo così, risente di una sorta di “deformazione professionale” dovuta al lavoro che fa: la professione di avvocato la porta a giudicare in modo molto netto innocenti e colpevoli e a ritenersi senza appello tra questi ultimi. 

Quando perde una causa, per giorni non smette di rimuginare su cosa avrebbe potuto fare di diverso.

Non fa altro che insultarsi e giudicarsi in modo deplorevole per non essersi comportata come crede che avrebbe dovuto. È evidente che il senso di colpa può rovinare le giornate di qualunque persona da molti punti di vista. 

Un altro “effetto collaterale” della tendenza al senso di colpa troppo marcato in ambito lavorativo è anche che chi dà molta enfasi alla colpa cercherà di scaricare le responsabilità dei propri errori, ritenuti inaccettabili, sugli altri creando un clima teso e di scarsa solidarietà quando basterebbe dire: “Sono stato io mi spiace”, per risolvere la maggior parte delle situazioni di questo tipo. 

Chi tende a colpevolizzarsi troppo per i propri errori tende, inoltre, spesso alla procrastinazione e all’inazione proprio per paura di doversi pentire di qualcosa che ha fatto e questo nella vita professionale e nel business rappresenta un grande limite.

In ogni caso, contrariamente alle apparenze, il senso di colpa è sicuramente utile (come tutte le altre emozioni) in quanto il tormento che produce serve per prevenire futuri accadimenti simili invitandoci a fare appello alle nostre migliori risorse e al nostro senso di responsabilità per evitare future situazioni delle quali poterci pentire. 

Tornado al discorso iniziale, il sentimento di colpa è senz’altro frutto del nostro “libero arbitrio” e della nostra capacità di fare valutazioni e prendere decisioni ed è giusto che, anche nel lavoro, ogni giorno noi cerchiamo di dare il massimo per noi stessi, per le persone che abbiamo intorno e che “serviamo” con la nostra professione e anche, perché no, per sentirci meglio con noi stessi. 

Ecco perché provi senso di colpa nel lavoro e nella vita

Ma perché provi senso di colpa? 

Cosa succede se un avvocato non riesce a far vincere la causa a un cliente innocente? 

E cosa, ancora, quando un medico non riesce a salvare la vita di un paziente, magari giovane, e lo vede spegnersi davanti ai propri occhi? 

E se un calciatore sbaglia il rigore finale consegnando la vittoria dei campionati mondiali agli avversari? 

Per liberarsi dal senso di colpa è necessario smettere di guardare alle cose con il solito punto di vista materialistico “newtoniano”, iniziando a vedere che tutto quello che abbiamo intorno non è causato semplicemente dalle nostre azioni. 

Sappiamo tutti bene che non c’è per forza una corrispondenza diretta, ad esempio, tra fatica e guadagno (altrimenti i manovali sarebbero tutti milionari…), tra l’essere prudente e il vivere più a lungo, tra l’essere gentile con gli altri e l’essere amati e così via… C’è qualcosa di molto potente che influenza gli esiti delle nostre azioni. 

La fisica quantistica e Italo per primo ci insegnano che siamo energia immersa in un campo di energia ed è illusorio pensare che tutto ciò che abbiamo intorno sia stato generato solo ed esclusivamente dalle nostre azioni concrete. 

È bellissimo anche per me vedere i miei pazienti migliorare appuntamento dopo appuntamento ma cerco sempre di dire al mio ego che è un lavoro di sinergia tra me e l’altra persona, io non ho da sola tutto questo potere, né nel bene né nel male. 

A questo proposito, infatti, mi viene in mente il caso di un ragazzo che seguo da tempo ma ho sempre avuto l’impressione di non essere riuscita ad aiutare quanto avrei voluto. 

Ammetto di essermi sentita in colpa per questa situazione, ma ho continuato a chiedermi ogni giorno: “Perché provi senso di colpa?”.

Ed ho lasciato che il mio cervello, nel tempo, mi desse le risposte. 

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Cosa fare per ritrovare la motivazione a lavoro

Proprio la settimana scorsa questo ragazzo in seduta mi dice di essere di umore non ottimo ultimamente, nonostante stia innegabilmente riuscendo a ritrovare la motivazione a lavoro in seguito a una serie di successi professionali.

Aggiunge di sapere bene il perché e, finalmente, mi confessa un paio di tematiche delle quali non aveva parlato con nessuno in tutta la vita, dandomi finalmente la possibilità di aiutarlo veramente. 

Se mi fossi sentita in colpa per non essere stata con lui adeguatamente incisiva, avrei sprecato inutilmente energie, quindi mi sono concentrata unicamente sul fargli fare un percorso: accompagnarlo in modo da renderlo capace di liberarsi dal senso di colpa autonomamente.

Gli ho chiesto: “Perché provi senso di colpa nella tua professione?” facendogli capire che spesso nel lavoro, come nella vita in generale, all’aumentare delle responsabilità aumenta anche il rischio di fare danni; ma questa è una premessa che dobbiamo accettare se vogliamo portare avanti la nostra missione con la pace nel cuore. 

È molto improbabile che un barista possa salvare una vita con il suo lavoro (anche se non si sa mai, ci mancherebbe…) ma è altrettanto difficile che possa uccidere qualcuno. 

Un medico con facilità potrà avere occasione di farlo ma, altrettanto di frequente potrà esserci l’eventualità in cui non riesca nell’intento. Accettare le proprie responsabilità è il primo passo per ritrovare la motivazione a lavoro. 

Per ritrovare la libertà di essere sereni anche nei lavori che vanno dalla più piccola alla più grande responsabilità (non conosco lavori privi di responsabilità e qualsiasi lavoro è a suo modo importante) devo semplicemente chiedermi: “Qual è la mia intenzione, l’energia che metto nel mio lavoro?”

Mi sveglio ogni mattina cercando di fare quello che posso con integrità per le persone che usufruiscono dei miei prodotti/servizi?

Se rispondi positivamente a queste domande allora sei a un passo dal ritrovare la motivazione a lavoro ed ottenere la carriera che sogni.

Se rispondi invece in modo negativo, ovviamente puoi chiederti perché provi senso di colpa (ci saranno senz’altro dei motivi che vale la pena approfondire, senza giudizio).

Nel momento in cui realizzo che la mia intenzione è positiva non ha senso sentirsi in colpa per non avere raggiunto un certo risultato, il risultato finale dipende da troppi fattori, non posso farmene carico. 

Così liberarsi dal senso di colpa diventa semplicemente una conseguenza del tuo percorso evolutivo e di introspezione

A me piace pensare di fare ogni giorno del mio meglio, e questo mi fa dormire tranquilla. 

È ora di alleggerire il carico dalle nostre spalle: facciamo del nostro meglio e poi lasciamo lavorare l’universo. 

Ogni nostro risultato è perfetto, anche quando sbagliamo un rigore in finale!

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