La posta di Italo (Febbraio 2024)

posta di Italo - Da cuore a cuore - Blog Rivista Heisenberg

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La posta di Italo, all’interno della rubrica Da cuore a cuore su Rivista Heisenberg, è lo spazio in cui Italo Pentimalli risponde personalmente a tutte le domande inviate dai lettori.

Domanda 1 – Come fare a “mettere in pratica” ciò che impari in teoria?

Ciao Italo. Come faccio a perdonarmi per non riuscire a mettere in pratica? Qualsiasi cosa. Esempio: mi do l’obiettivo di alzarmi presto per allenarmi in una cosa sportiva a cui tengo e invece al posto delle 7 (che non sono le 6 e nemmeno le 5) mi alzo a fatica alle 7:40. Sono Deva di 3 livello. Pensa. Che vergogna su tutti i fronti. Come fare? Basta anche solo questo obiettivo per il Live di Aprile per sbloccare questa “mancanza di praticità”?

Grazie, Rita

Ciao Rita, dietro a ogni nostro comportamento c’è sempre una ragione valida, anche dietro ai comportamenti che riteniamo depotenzianti. 

Dovessi chiederti: qual è il beneficio che hai nell’alzarti più tardi, cosa risponderesti? Prova a pensarci, senza giudicare la risposta. 

Potrebbe arrivarti subito, come potrebbe arrivare dopo un po’, dipende dalle protezioni che hai intorno a quella risposta. 

Ti do io qualche risposta: potrebbe essere riposarti di più perché poi hai paura che sarai stanca durante la giornata? Potrebbe essere non metterti in discussione e restare nella tua zona di comfort? Potrebbe essere evitare la paura di gareggiare? 

Per il Cervello Quantico tutto ha un senso, tutto ha uno scopo. Si tratta di individuare questa risposta, poi, smontarla. 

Il fatto di essere un Deva 3° Livello poi non significa essere un supereroe, significa avere la consapevolezza per comprendere queste dinamiche in modo più profondo e, soprattutto, avere gli strumenti, i Processi che ti sono stati consegnati nel Deva XP, per poterle andare a trasformare nel loro profondo. 

Sicuramente inizierei con una Ingegneria del Tempo, c’è qualche memoria di dolore collegata al “successo” (non me lo merito, sono un bluff, non sono all’altezza). Chiedi se vuoi al tuo Master Deva quali siano i Processi migliori da utilizzare.

Hai fatto un percorso molto importante, hai la consapevolezza giusta, gli strumenti giusti, non ti resta che indagare e questo, al di là dell’effetto pratico che sarà importante, costituisce il tuo prossimo livello di evoluzione. 

mettere in pratica - Da cuore a cuore - Blog Rivista Heisenberg

Domanda 2 – Come si esce dalla dinamica delle dipendenze?

Ciao Italo, sono Simona. Come si disinstalla un programma che crea una dipendenza?

Simona

Ciao Simona, le dipendenze nascono sostanzialmente per due motivi, anzi il motivo è uno ma ci sono due livelli su cui si possono trattare. 

Partiamo da qui: quando non ho qualcosa, dove lo cerco? Fuori.

E più mi manca più lo cercherò con forza. Se mi manca l’acqua in casa andrò a comprarla al supermercato, giusto per farti un esempio. Poi più sarò assetato e più acqua dovrò andare a comprare. 

È una metafora chiaramente, ma passa l’idea. Ti faccio qualche esempio pratico. 

Se sono dipendente dal fumo significa che la sigaretta mi dà una sensazione (alcuni l’hanno associata al rilassamento, altri alla libertà perché ad esempio hanno iniziato a fumare da adolescenti e così via dicendo).

Queste persone in realtà non sono dipendenti dalla sigaretta, sono dipendenti da quella emozione, sensazione che non hanno dentro, quindi la cercano fuori. Hanno legato simbolicamente (è così che funziona il nostro inconscio e la nostra energia) quella emozione a quell’oggetto.

Chiaramente in questo caso c’è anche l’effetto chimico della nicotina ma quello, come sappiamo da numerosi studi, è piuttosto facilmente superabile. Quello da cui siamo dipendenti sono le emozioni. 

Stessa cosa vale ad esempio nelle relazioni, credi di essere dipendente da una persona invece lo sei dalle emozioni che ti provoca. Siccome non riesci a sentire “quella cosa” dentro di te, la cerchi fuori. 

Attenzione perché questo può avvenire in modi anche piuttosto bizzarri.

Mi è capitato ultimamente di aiutare una persona in forte crisi nella sua relazione. Mi diceva: “Italo, mi sembra che più mi tratta male, più mi rifiuta… e più io la voglio”.

Come è possibile? Razionalmente non c’è soluzione.

In realtà come accade nella stragrande maggioranza delle volte il nostro partner rappresenta il nostro genitore di quel sesso.

Questa persona aveva un programma di rifiuto da parte della madre quindi, inconsciamente ed energeticamente, cercava donne che lo rifiutassero. Può sembrare strano lo so, ma funzioniamo così.

La vita ci mette sempre davanti le persone giuste e le occasioni giuste per guarire le nostre ferite.

In quel caso chiaramente il risultato non si raggiunge dicendo cose del tipo: “Ma lo vedi che non ti merita? Che non è la persona giusta per te? “. Ci sono forze molto più potenti della ragione, se conosci il Cervello Quantico lo sai bene. Il problema in quel caso si risolve andando a guarire il rapporto con la madre. 

Ho voluto farti una breve panoramica dei motivi più importanti per i quali si producono le dipendenze, in ogni caso parti da qui: individua l’emozione che ti dà quella cosa o quella persona dalla quale sei dipendente, renditi conto che quella cosa o persona sono solo lo specchio, la rappresentazione di quella emozione, trova quella emozione dentro di te.

Come fare? Ci sono anche in questo caso vari livelli.

Puoi iniziare con un mantra, costruendolo come descritto nel mio libro I 9 Principi Quantici, puoi usare un Sigillo come descritto nel mio libro La tua Mente può Tutto o puoi usare qualsiasi altro strumento del Cervello Quantico, da AQA al Deva XP, a tua disposizione o che tu voglia esplorare. 

La cosa importante è che tu abbia compreso in modo più profondo la dinamica delle dipendenze.

L’oggetto o la persona dalla quale siamo dipendenti non è altro che una rappresentazione metaforica, una manifestazione di qualcosa che abbiamo dentro. 

Inizia a pensarla così, perché è così. Vedrai che ti aiuterà intanto a non identificarti e poi a spostare la tua attenzione da fuori a dentro, e già solo questo può fare tutta la differenza del mondo.

Un caro abbraccio, con amore. 

Domanda 3 – Come distinguere le intuizioni dai pensieri?

Caro Italo, se volessi distinguere i segnali e le risposte emotive, cioè l’intuito e l’istinto che voglio seguire… da quelle generate dal cervello e quindi dalla mente, pensate… c’è una tecnica per farlo?

Grazie!!! Chiara

Ciao Chiara, è una domanda importante perché ci permette di esplorare un confine molto sottile. In realtà più che una tecnica ti parlerei di una sensibilità. 

Se io ti dovessi chiedere: come ti chiami?

Mi risponderesti Chiara, giusto? Senza doverci pensare, lo sai perché lo sai. 

Se invece io dovessi chiederti: oggi pomeriggio andrai a fare una passeggiata?

Molto probabilmente mi diresti non lo so, non credo, vediamo, può darsi che, dipende da…

Ecco, questo è un piccolo esempio che ho voluto farti per passarti il messaggio: le intuizioni sono qualcosa che sai e basta. I pensieri generati dal Cervello invece sono sempre accompagnati da un chiacchierio che spiega, pensa e così via dicendo. 

Ti assicuro che quando riesci a vedere questo confine la prima volta poi ti sarà facilissimo riconoscerlo le volte successive. Le intuizioni sono qualcosa che arriva così, le percepisci come qualcosa che sai e basta, è un lampo, un attimo fuggente. 

Allineati a questa descrizione e vedrai che, ben presto, riuscirai a riconoscerle e sarai in grado di farti guidare. 

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Domanda 4 – Come posso fare a cambiare qualcuno?

Come faccio a cambiare i comportamenti automatici dei miei genitori, che non rendendosi conto continuano a farli?

Jack

Non puoi e non devi. 

Ciao Jack, non volevo essere scortese con una risposta così diretta ma volevo che ti arrivasse il messaggio e ti restasse impresso dentro. 

So cosa vuoi dire ma ti invito a riflettere su un paio di cose:

  • Chi siamo noi per dire a qualcuno cosa sia meglio per loro? Possiamo certo dire la nostra, cosa sia meglio per noi, possiamo offrire loro di vedere una nuova strada, quella che abbiamo visto noi e che ci piace tanto, ma chi siamo per imporgliela? Così come tu vuoi la tua libertà è giusto anche che la lasci agli altri, anche se non condividi quello che vedono e pensi potrebbero fare di più. 
  • Magari penserai: ma quei comportamenti fanno male a me… e anche questo può succedere. Il fatto che loro abbiano determinati comportamenti riguarda loro, il fatto che ti facciano male riguarda te. Non voglio banalizzare questo che è un concetto grande ma voglio cercare di passartelo nel modo più semplice possibile.

Mettiamo ad esempio che il tuo pensiero sia: “Con i loro comportamenti sembra che mi facciano sentire sempre in difetto”.

Va bene, ci sta che tu senta questo dolore, ma il dolore è tuo. È evidente che non senti di avere abbastanza potere, fiducia in te, loro te lo stanno facendo solo vedere.

Ogni volta che guardiamo fuori piuttosto che dentro stiamo guardando, nettamente, non solo dalla parte sbagliata ma anche in un luogo in cui non troveremo mai la soluzione. 

Non chiederti: “Perché si comportano così?”

Chiediti invece: “Come mi fa sentire questa cosa?”

Ecco, è su questo che devi lavorare. Tutto il resto viene da sé.

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