In quest’articolo (che trovi nel numero di Heisenberg di Marzo 2022) vedremo come per essere felici in coppia ci sia un’unica cosa fondamentale da fare prima di tutto il resto.
L’amore accade. Imprevedibilmente, inaspettatamente. E non sempre nel modo o nella forma in cui te lo aspettavi.
Ma come riconoscerlo?
Fuori dalla mente e dentro al tuo cuore c’è uno spazio in cui l’amore vive e si manifesta.
Ed è sempre lì per te.
Come essere felici in coppia?
Quando decidi di sposarti nella tua mente ci sono solo le immagini di un futuro meraviglioso insieme alla tua dolce metà. Una vita fatta di amore, amici, viaggi, a volte figli.
È normale che sia così: e vissero felici e contenti.
Di certo non ci si sposa immaginando di divorziare presto o di litigare ogni giorno, o di subire uno o più tradimenti o violenze di vario genere.
Non ci si immagina che le famiglie litighino, che i figli si rifiutino di vedere uno o l’altro genitore, che ci si facciano reciproci dispetti o che si finisca dagli avvocati per stabilire assegni mensili o assegnazione di proprietà varie, come la casa o la macchina.
Eppure… sappiamo tutti che, dati alla mano, una percentuale sempre più alta di matrimoni e unioni finisce “male”.
Eppure, continuiamo a scegliere di far finta che quando ci accade un evento del genere, per noi era inaspettato, imprevedibile, tanto da lasciarci stupiti quasi, e certamente impreparati ad affrontarlo.
Questa è una cosa che lascia sempre senza parole.
Ma come si fa a non valutare che quando si entra in relazione con l’altro si mettono in gioco ferite talmente profonde che sono in grado di inghiottire noi e tutto il castello di Cenerentola che pensavamo di arredare?
Viviamo sempre pensando di controllare tutto e mettiamo l’imprevedibile in un angolo della nostra mente, cercando di non pensarci perché ci fa paura.
Ma noi viviamo nella totale imprevedibilità. Non possiamo prevedere nulla, ogni attimo, ogni momento è per sua stessa natura imprevedibile. Nel bene e nel male.
Ma allora cosa dovremmo fare, vivere in costante ansia che qualcosa che non ci aspettiamo ci colpisca come un fulmine?
Certo che no.
Le persone che hanno questo tipo di aspettativa solitamente vivono nell’ansia, aspettandosi solo che accada qualcosa di tremendo, e contribuendo così in parte a farlo accadere.
Perché come ben sai se ti concentri sul negativo, se i tuoi pensieri e la tua energia e quindi le tue azioni sono tese a dare forza alla realtà che qualcosa vada storto, molto probabilmente succederà.
Si chiama profezia autoavverante; ti aspetti che le cose siano complicate e difficili, e poi quando lo sono davvero ti dici: “Lo sapevo, avevo ragione a preoccuparmi”.
Allo stesso modo, vivere pensando che tutto sia sotto controllo, presuppone che quando qualcosa non segue i nostri programmi restiamo sconvolti, ci sentiamo perseguitati dalla sorte, vittime incolpevoli del fato avverso.
Ma come? Proprio a noi che non ce lo meritiamo succede questo?
E puntualmente la fatidica domanda: “Perché capitano tutte a me?”. Come se ci fosse un qualche disegno divino che ci mette al centro di oscure trame per rovinarci l’esistenza.
Le teorie che spiegano le nostre vite sono molteplici: chi parla di Karma, chi di legge d’attrazione, chi di “ruota che gira”, chi pensa alla sfortuna, chi alle vite passate…
La verità è che non lo sappiamo, fa parte dei grandi misteri dell’universo sui quali non abbiamo particolare potere.
Tutto parte da te
Ma abbiamo invece un enorme potere su di noi. Ed è lì che possiamo fare la differenza concreta.
Parlo di persone al singolare, anche se questo è un articolo sulle relazioni, perché la prima e forse unica relazione che poi regola tutte le altre, lo sai, ce l’hai con te stesso.
Tu sei l’inizio e la fine di ogni pensiero, emozione, sensazione, idea o azione.
Gli altri vengono attratti o allontanati a seconda della frequenza che emetti, della tua vibrazione sottile.
Ed ecco allora che attrai persone che vibrano alla tua frequenza o che ne sono complementari, ed è per questo che è così importante lavorare su di te come persona, prima di parlare della relazione.
Sarà chi tu sei che determinerà la qualità della tua relazione.
Saranno i tuoi bisogni, le tue consapevolezze, le tue paure, le tue scoperte, il tuo coraggio a volte, a determinare la qualità dei tuoi incontri e dei tuoi collegamenti con gli altri.
E questo si può fare anche se sei già all’interno di una relazione, prima che sia troppo tardi.
Ti dico di più: è bene lavorare su se stessi all’interno di una relazione quando ancora si è in uno stato di grazia e di felicità, quando la relazione non ha ancora mostrato segni di schemi comportamentali di protezione e quando le rispettive ferite emozionali non sono ancora state sollecitate.
Invece purtroppo, troppo spesso, decidiamo di lavorare su noi stessi solo quando stiamo già male, quando stiamo già soffrendo.
E in quel caso a volte per salvare la relazione con l’altro potrebbe essere troppo tardi.
Puoi sempre cambiare, fino all’ultimo respiro
Non parlo solo di relazione romantica, ma anche di relazione con i figli, con i colleghi o con i genitori.
I figli sono per me una ferita aperta.
L’altro giorno parlando con il mio maestro spirituale, gli ho detto che a volte mi sento ancora in colpa per ciò che ho fatto quando mia figlia era più piccola e io molto più giovane. E lui mi ha risposto dicendomi una cosa che passo con estremo piacere anche a te che leggi, ed è questa:
“Il senso di colpa è qualcosa che ti allontana dal momento presente, è un modo per non esserci.
Hai commesso degli errori? Bene, questo è un fatto. Ciò che puoi fare adesso, è quello che stai facendo: essere consapevole, essere presente, condividere questi spazi di verità e presenza con le persone che ti circondano, compresa tua figlia.
La guarigione di tutte le ferite passa da qui, dal momento presente e dall’amore che è in esso contenuto.”
Ogni nostra azione ha una conseguenza.
E non è un monito, ma una certezza.
Le azioni che mettiamo in atto con i nostri figli sono quelle che ci mostreranno più chiaramente di altre queste conseguenze, perché ci basterà osservare le loro vite per vedere come la nostra energia ha cambiato la loro.
E anche questo non è imprevedibile.
Nulla accade per caso, nulla è scollegato.
Nulla si crea e nulla si distrugge, vale per la materia come per lo spirito. Tutto si trasforma ed evolve o involve a seconda di ciò che mettiamo in atto. Noi facciamo la differenza. Ognuno di noi fa la differenza ogni momento, ogni giorno, ogni ora, ogni istante.
Ci è sempre concesso di fare un cambiamento. Sempre. Fino all’ultimo respiro.
Ecco cosa serve per essere felici (davvero)
Come tutti sappiamo, nella religione cattolica esiste la possibilità della confessione e del pentimento anche in punto di morte.
Il peccatore può essere perdonato ed assurgere al regno dei cieli se davvero si pente e cambia.
Che cosa ci dice simbolicamente questo sacramento? Che uno sia cattolico o meno non importa, non è questo il punto.
Ci dice che possiamo sempre decidere di cambiare e che se lo facciamo possiamo entrare in contatto con la nostra parte più divina, che è amore eterno e che è sempre a disposizione per noi.
Non voglio sembrarti eccessivamente religiosa, perché questa per me non è religione: questo è lo spazio che Rumi chiama “il campo” o che gli innamorati chiamano “cuore” e che le religioni appunto chiamano “Dio”.
È quello spazio sconfinato dal quale proveniamo e al quale possiamo accedere ogni volta che siamo in contatto con noi stessi a livello profondo. È gioia allo stato puro.
Ogni giorno accadono moltissimi eventi che ci allontanano da questo spazio, e sono principalmente eventi “mentali”.
Cose da fare, persone con cui parlare, problemi da “risolvere” di varia natura: economici, di salute, pratici. Tutto ciò ci allontana dallo spazio di presenza.
Poi ci torniamo sempre per qualche evento, che al contrario non è mai mentale: la natura che ci mostra qualcosa di meraviglioso come un tramonto o un fiore o un albero maestoso o un tenero germoglio; il nostro animale domestico che ci trasmette amore incondizionato; i bimbi piccoli che dormono o che ci sorridono; gli anziani con la loro meravigliosa fragilità.
Tutto questo e molto altro ancora ci fa “uscire” dalla mente e ci riporta a noi in un attimo.
In un attimo ci contattiamo, sentiamo la bellezza intatta dell’esistenza, sentiamo di farne parte e il nostro cuore si gonfia.
Mi è capitato proprio stamattina, mentre facevo fare il consueto giro ai miei cani.
Io vivo in città e nei giardini vicino a casa mia c’era un signore anziano, seduto su una panchina, la schiena curva coperta da un cappotto pesante. Di fronte a lui un cane, il suo cane, sostenuto da un carrellino per le zampe posteriori, evidentemente paralizzate.
Entrambi, il vecchio e il cane, erano come fermi e si guardavano negli occhi. Il vecchio accarezzava il cane sulla testa, delicatamente, con la sua mano inferma. Il cane socchiudeva gli occhi e ricambiava l’amore che stava ricevendo.
Io mi sono fermata, li ho guardati, e ciò che ho visto era così bello che ho avuto l’istinto di avvicinarmi a loro, perché quando vedi l’amore ti viene voglia di andare lì ed entrarci anche tu, ma mi sono trattenuta, come davanti a una bolla di sapone che se la tocchi svanisce e li ho amati da lontano, ringraziando questa infinita perfezione.
Non ti serve essere in coppia per essere in amore.
L’amore è ovunque e possiamo attingere a piene mani a questa sorgente senza fine.
E se invece sei in relazione con qualcuno allora condividete questo, condividete i silenzi, gli spazi, l’accoglienza, il rispetto.
Non ti serve altro per essere felice, con te stesso e con l’altro.