Per qualcuno avere 4 mogli è normale, per altri solo pensare a un’altra donna o a un altro uomo è considerato tradimento.
E tu, come ti relazioni in amore? La nostra mente ci inganna, è il suo mestiere. Non ci da mai pace, neanche in amore e nelle relazioni con gli altri.
Ma c’è un segreto per capire se siamo preda dei deliri dell’ego o se siamo davvero sulla strada che ci conduce all’amore puro…
Come reagisci a ciò che ti succede?
Diventare adulti significa capire che i responsabili dei nostri pensieri, delle nostre azioni e delle conseguenze che avranno sulla nostra esistenza e sulle relazioni con gli altri siamo unicamente noi.
Ostinarsi a restare bambini significa continuare a dare agli altri questa responsabilità, anche quando continuano a dirci che non la vogliono.
Partiamo da qui.
Ogni pensiero e ogni azione hanno una conseguenza.
Puoi starne certo. Magari non subito, magari dopo anni, ma prima o poi il conto ti verrà chiesto.
E se sarai stato sconsiderato non sarà sempre semplice porvi rimedio.
Mi spiace dirlo in modo così diretto e senza sconti, ma è così che funziona.
Ed è per questo motivo che non ti puoi permettere di dare a qualcun altro tutto questo potere per poi magari lamentarti del fatto che l’altro non si è comportato come tu ti aspettavi che facesse.
Una volta sono andata a casa di un signore che forse hai già sentito nominare, si chiamava Martin Brofman ed è l’autore di un libro che si intitola Guarire con il sistema corpo-specchio.
Sono andata fino a casa sua a Copenaghen, ho preso un aereo perché volevo che lui, che era esperto in autoguarigioni e faceva corsi per insegnare alle persone il suo metodo, mi aiutasse a uscire da una situazione che mi faceva soffrire tantissimo: avevo scoperto che il mio compagno da più di 4 anni aveva in realtà un’altra donna.
Ma non un’amante, no.
Un’altra fidanzata proprio, e che anzi lei c’era da prima di me, e quindi io che credevo di essere tradita ero in realtà quella venuta dopo.
Immaginati come stavo!
Mi era crollato il mondo addosso sia moralmente che fisicamente, avendo somatizzato il grande dolore.
Bene, quando mi trovai da sola con Brofman, prima di iniziare la sessione lui mi chiese perché ero lì e io gli spiegai che il mio compagno aveva un’altra donna.
E lui mi guardò e mi chiese con tutta la tranquillità del mondo: “E questo per lei è un problema?”
Io lo guardai di rimando chiedendomi che cavolo di domanda fosse: “Certo che è un problema!” risposi con fare quasi risentito.
A quel punto lui mi parlò in modo tranquillo e sorridendo mi disse: “Mi spiace se la domanda l’ha infastidita. Deve sapere che io sono in contatto con persone di ogni nazionalità, fede religiosa, e che ognuna di loro ha una sua scala di valori e di regole. Per alcuni non è assolutamente un problema che un uomo abbia più di una donna, per altri invece, come per lei, il fatto di non essere l’unica è un grave atto di slealtà.”
In quel momento capii cosa mi stava insegnando Brofman.
Cioè che il fatto di sentirmi così male non era da attribuire al comportamento del mio compagno, ma a come io stavo reagendo a quello che stava succedendo, in base alla mia programmazione, ai miei valori e alle mie regole.
Questo non significa che mi sarebbe dovuto andare bene stare con un uomo che aveva una doppia vita, ma significa che avrei potuto reagire diversamente: ad esempio semplicemente osservando il suo comportamento e decidendo di non essere interessata a quel tipo di ménage a trois e chiudere così la mia relazione con quella persona.
Senza drammi e senza rovinarmi la vita come invece stavo facendo.
È chiaro che questa sia stata una “situazione limite”, che non capita tutti i giorni.
Ma tutti i giorni ti relazioni con gli altri, e capita di avere a che fare con i comportamenti del partner o dei famigliari o colleghi o amici.
E se pensi di vivere lasciando che ognuno di loro influenzi il tuo stato d’animo con le proprie azioni, allora significa che hai perso ogni potere sulla tua esistenza e lo hai dato all’esterno.
Figurati che ci sono persone che si lasciano rovinare la giornata dagli altri automobilisti, che nemmeno conoscono, litigando per un parcheggio o per un sorpasso!
Verrebbe da ridere se non fosse una cosa così seria.
Quanto ti fai influenzare dagli altri?
Quante volte in un giorno sei come una piuma portata dal vento?
Chi decide per te dove stai andando, cosa stai provando e come ti senti?
Come ti relazioni con loro?
Sei così abituato a dipendere dalle azioni degli altri per valutare il tuo stato d’animo che ormai ti sembra normale dire frasi come “Mi hai fatto arrabbiare” o “Per colpa tua sono nervoso” o ancora “Mi hai fatto sentire stupido”.
Ma, seguimi con attenzione, se è vero che gli altri possono farti provare sentimenti negativi, allo stesso modo possono farti provare anche delle emozioni bellissime, giusto?
E allora ecco i pensieri come “Mi hai reso felice” e “Per merito tuo sono così sereno” e ancora “Mi hai fatto sentire così intelligente”.
È lo stesso meccanismo, lo vedi vero? Solo al contrario.
Ebbene, ti do una notizia: sono entrambe delle illusioni.
Delle false certezze create dalla tua mente per farti credere che hai bisogno di qualcun altro per entrare nello “spazio di presenza”.
E perché mai la mente dovrebbe fare questo?
La risposta è sempre la stessa: la mente, e quindi l’ego, possono esistere solo in uno spazio mentale in cui prospera la dualità, il giusto e lo sbagliato, il bianco o il nero.
La mente può solo dividere, non può mai includere il tutto.
Lo spazio di presenza in cui l’amore diviene possibile, è uno spazio “no-mind” in cui l’ego muore. E l’ego non vuole morire perché come tutte le entità cerca di sopravvivere meglio che può.
Continuare ad alimentare l’illusione della separazione fra te e l’altro, fra te e la felicità, fra te e l’esistenza è il modo migliore per continuare a farti stare lì a rimuginare su come far “funzionare” le cose.
E allora ecco tutte le domande che ciclicamente arrivano alla tua mente: cosa posso fare con il mio lui o la mia lei? Perchè non trovo nessuno da amare? Che cos’ho di sbagliato? Perché mi lasciano tutti? etc. etc. etc.
L’unica risposta a queste domande è che queste domande non esistono veramente, ma esistono solo nello spazio mentale.
Sei dentro uno schema di ripetizioni
Allora se proprio devo rispondere alla tua mente, attivo la mia e ti do la risposta migliore che ho trovato in tutti questi anni di studi, e cioè che alla base dei tuoi problemi relazionali esistono le ferite di abbandono e di invasione che sono quelle che hai percepito quando eri molto piccolo e che ora continui a rappresentare, proprio come in uno spettacolo teatrale, ogni volta che ti apri emozionalmente e inconsapevolmente a qualcuno che come te non si rende conto di essere dentro uno schema di ripetizioni e di “non-presenza”.
Da questo punto di contatto nessun vero relazionarsi è possibile.
E i due schemi relazionali si incontrano solamente dentro una logica perversa di evitamento delle rispettive ferite.
L’amore in questo non c’entra nulla, non sono storie d’amore queste.
Sono storie di dolore, di sofferenza e di bisogno.
E infatti finiscono tutte allo stesso modo: male.
Ti do un altro modo per “misurare” quanto tu sia in uno spazio di presenza e amore e quanto invece sia dentro le “seghe mentali” create ad hoc dall’ego per farti rimuginare a vuoto sulle non-domande e le non-risposte.
È molto molto facile: se c’è il “dramma” allora non è amore.
Ma come, mi dirai? (E qui torniamo all’articolo precedente). Ma tutte le lacrime, i dolori e i patemi grazie ai quali io so per certo di essere profondamente innamorato?
Ecco, proprio qui sta il grande inganno: tu chiami amore la relazione di bisogno.
Confondi la sofferenza con l’amore.
L’amore non è mai patimento e non è nemmeno passione.
L’amore non è caldo.
L’amore non è freddo.
L’amore è una brezza leggera che ti accarezza la pelle mentre sorridi serenamente.
E se queste parole già ti risuonano e vuoi provare insieme a me a spegnere la tua mente e a silenziare tutte queste domande, allora ti posso portare in silenzio nello spazio d’amore che tutto include.
Quello spazio che è sempre accessibile, che è immutabile e che è in grado di accoglierti in ogni istante.
All’interno di questo spazio saprai che non ti manca nulla, che niente va aggiustato perché niente è mai stato rotto… che non ci sono buchi da riempire o ferite da curare, perché ciò che sei, ciò che davvero sei, la tua essenza non può essere mai ferita o toccata in alcun modo.
E in questo spazio le parole sono poche, quasi nessuna, e si pronunciano piano, con un sorriso interiore che scaturisce dalla gioia profonda di essere in connessione con il tutto, con la radice di ogni energia, con l’Universo stesso.