Come affrontiamo la paura di non essere amati?

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Perché mentiamo? È per paura di non essere amati? Paura di essere smascherati? Cosa ci porta a non dire la verità soprattutto quando viviamo una relazione d’amore?

Si dice che la verità sia universale.

Quindi per deduzione possiamo dire che la bugia sia invece personale.

E in effetti pare essere così: di verità ne esiste una sola, ma le bugie sono infinite, tante quante siamo in grado di inventarne.

Ma perché mentiamo? Per paura, per stupidità, per diventare più interessanti?

La risposta, come sempre, arriva da lontano…

Dimmi la verità

“Dimmi la verità!”

“Voglio sapere la verità!”

“Giura che mi dirai sempre la verità!”

E giù bugie e bugie e ancora bugie.

paura di non essere amati - Blog Rivista Heisenberg

Le relazioni sono come un campo meravigliosamente arato e concimato a puntino per far crescere alte e rigogliose le nostre più fantasiose bugie o personali verità. Più manifestiamo il bisogno di esigere la verità è meno la verità appare.

È da quando ero ragazzina che le mie relazioni si dividono in due tipologie:

  1. Quelle in cui ero io a dire una montagna di bugie
  2. Quelle in cui erano gli altri a dirle a me

E sto parlando solo delle bugie manifeste, quelle che in genere poi portano a tradirsi, litigare, lasciarsi. Perché poi ci sono tutte le altre, e sono innumerevoli.

Praticamente passiamo il tempo a non dire la verità né a noi stessi né agli altri.

Non è colpa nostra, lo impariamo fin da piccoli. Impariamo ad essere la versione desiderata (dagli altri) di noi stessi. La versione di noi che merita di essere amata.

Perché ormai lo sai che ruota tutto intorno a quello, vero?

Passiamo la vita intera a cercare di essere amati, a cercare di colmare quel senso di vuoto che sentiamo quando dall’esterno non riceviamo amore o approvazione.

I nodi vengono al pettine

“Ma quanto sei bravo amore, la mamma ti ama tanto!”

“Che bambino meraviglioso, sei stato bravissimo tutto il giorno, ti meriti proprio un bel regalo!”

E così via, per anni e anni e anni… dalla famiglia alla scuola, voti alti e complimenti se studi e sei attento e composto, voti bassi e rimbrotti se sei fuori dagli schemi, se ti agiti, se non hai studiato.

Nessuno ama chi si comporta male, giusto?

E allora, qual è la via più semplice che un bambino prima e un adulto poi, sceglie per essere amato e apprezzato ed evitare di essere sgridato e rifiutato? Ma quella di mentire, ovvio!

Non potendo essere “sempre” la versione migliore di noi stessi, scegliamo di essere la versione che gli altri si aspettano che noi siamo.

E pare che funzioni alla grande.

Pare.

All’inizio.

Ma poi… possiamo anche mentire agli altri, ma a noi stessi, quello proprio non lo possiamo fare.

E se insistiamo, cominciamo a non stare più così bene.

All’inizio è solo un lieve malessere dell’anima, poi però spesso peggiora, fino a diventare anche malattia del corpo se la disarmonia che si crea fra ciò che siamo veramente e ciò che proviamo disperatamente ad essere è abbastanza marcata per un tempo abbastanza lungo.

E la relazione, come dicevo all’inizio dell’articolo, è il terreno in cui le bugie prosperano e fioriscono rigogliose.

Lo facciamo tutti.

L’ho fatto anch’io in passato nelle mie relazioni: mi presentavo come una donna forte, intelligente, piena di vita e di energia, capace di far fronte a qualunque difficoltà senza alcun timore.

Chi mi incontrava pensava di aver incontrato “Superwoman” e di essere l’uomo più fortunato del mondo!

E così capitava a me, che troppo impegnata a tenere in piedi il mio (inconsapevole) teatrino, non mi accorgevo del teatrino che nel frattempo aveva imbastito chi mi stava di fronte.

Finché poi, dopo un po’ di tempo, i nodi venivano sempre al pettine: la donna libera, forte e indipendente si rivelava essere una persona non così invincibile e mostrava tutte le sue debolezze, le sue paure, i suoi timori e la sua richiesta di attenzione.

L’uomo dei sogni a quel punto si sentiva “tradito” e iniziava ad essere meno disponibile e generoso e comprensivo e anche un bel pò infastidito, diciamolo, da quel cambio di rotta.

E così un po’ per volta, la generosità che contraddistingue l’amore, iniziava a trasformarsi in richieste reciproche, in recriminazioni, in rancore.

La fiducia diminuiva. Io non mi fidavo più di lui e lui non si fidava più di me.

D’altra parte, chi si sentirebbe tranquillo nell’aprire il suo cuore di fronte a qualcuno che pensa solo a se stesso?

E ancora bugie, a noi stessi e all’altro.

È un film che tutti abbiamo visto ripetersi più volte.

Lo abbiamo visto accadere a noi o a qualcuno che conosciamo, ancora e ancora.

perché mentiamo - Blog Rivista Heisenberg

Che storie ti stai raccontando?

Eppure, da quello che sento e leggo in giro, sembra che le persone siano impermeabili a qualunque forma di comprensione ed evoluzione in materia di relazioni.

Anche le persone più in gamba, forti e all’apparenza evolute, quando si tratta di relazioni cadono in errore e si raccontano un sacco di storie per giustificare a se stessi le proprie scelte dettate solo da un’unica ragione che prende il sopravvento su tutte le altre: la paura di non essere amati.

Continuo a vederlo: due persone si incontrano, sembra tutto meraviglioso, lei/lui sembra incarnare tutti i nostri desideri. In più è così diverso da quella/quello che c’era prima, che invece si era rivelato un completo fallimento.

Adesso sì che abbiamo trovato la persona giusta!

Quella che ci capisce e che si fa capire, quella con la quale saremo felici per sempre.

E poi… nel 99% dei casi, dopo qualche tempo, il gioco si ripete: si comincia con una lieve sensazione di disagio, la si ignora, si inizia con qualche “cosa non detta” per evitare discussioni, ci si allontana un po’, anche fisicamente, e poi inevitabilmente come un sassolino che diventa valanga, ci si ritrova a raccogliere i cocci dell’ennesima relazione finita male.

Ah dimenticavo, la colpa è sempre dell’altro, ovviamente.

Siamo come bambini di 3 anni che hanno perso la mamma al centro commerciale.

Questo è il mood relazionale nel quale ci muoviamo per tre quarti della nostra esistenza.

E cerchiamo la mamma per tutta la vita, senza trovarla. E mentre la cerchiamo il tempo passa e noi intanto diventiamo adulti.

Ma non ci rassegniamo, lei ci manca e continuiamo la nostra ricerca, senza sosta.

Ogni volta che incontriamo qualcuno che sembra darci lo stesso amore che ci dava la mamma, facciamo carte false per dimostrarle che ce lo meritiamo. E l’altra persona fa lo stesso con noi.

Ora, il punto non è ciò che accade, ma il fatto che ne siamo perlopiù inconsapevoli. Quello è il vero guaio.

Abbi cura del tuo giardino

Fai attenzione: tutto ciò che ti accade quando sei inconsapevole e quindi non nel momento presente, prima o poi ti presenterà il conto, e avrà un prezzo da pagare spesso molto salato.

Quando siamo “svegli” e presenti nell’attimo sacro del qui e ora, nulla ci può accadere se non qualcosa di straordinario.

Infatti è il momento stesso ad essere straordinario e solo il fatto di essere compresi in esso, cancella ogni altro bisogno. Ogni altra richiesta è soddisfatta e la nostra gioia è totale, completa.

È estasi pura.

Immaginati la tua vita come un giardino, come un campo.

Tu sei il giardiniere che cura quel campo. Puoi piantare degli alberi, dei fiori, delle piante.

Se i semi che pianterai saranno buoni, sbocceranno fiori e cresceranno piante rigogliose e i loro frutti saranno succosi e ti sfameranno.

Ma se pianterai dei semi malati, se le radici di quelle piante non saranno in un terreno sano, allora anche la pianta sarà malata e così i suoi frutti e le sue fronde.

La metafora del giardino serve a farti comprendere che devi avere cura di te stesso come un giardiniere ha cura del suo giardino.

Non puoi essere superficiale, assente, o permetterti di agire senza essere consapevole e senza ascoltarti attentamente, perché le conseguenze ci saranno sempre.

Se posso garantirti una cosa, è questa: le conseguenze delle tue scelte e delle tue azioni ci saranno sempre.

E all’interno della relazione potrebbero essere ancora più evidenti e avere un impatto sulla tua vita e su quella dei tuoi cari.

Una relazione spesso porta dei figli e in quel caso devi moltiplicare il tuo disagio per quello che le tue scelte potranno causare a loro.

Non voglio sembrarti troppo dura ma credo che sia ora che si inizi ad alimentare un cambio di paradigma all’interno della relazione perché questo ci dà la possibilità di contribuire al mondo e provare a farne un posto in cui vivono esseri umani più evoluti.

la verità - Blog Rivista Heisenberg

Mai più soli

Tu, io, noi, siamo tutti responsabili per i nostri figli e le nostre scelte ricadono spesso pesantemente su di loro.

Lo dobbiamo a noi stessi e a loro di provare a vivere rispettando noi stessi e gli altri.

Se ti senti solo e non riesci a fare a meno di stare male per questo, invece di infilarti nella fotocopia della relazione precedente, scegli di nutrire quella parte di te che reclama attenzioni in modo diverso: leggi, medita, fai cose che ti ispirano, stai con gli amici se hai la fortuna di avere persone intorno con le quali stai bene.

Fai cose che servono a far prosperare il tuo giardino.

Se ti metti a coltivare il giardino di un altro trascurando di curare il tuo, si seccherà e morirà.

E quando l’altro, prima o poi, riprenderà possesso del suo giardino tu ti ritroverai con un mucchio di sterpaglie.

Devi darti tempo, e devi rallentare.

Devi affinare la tua sensibilità, e per farlo hai bisogno di stare un po’ in silenzio.

Il tempo ti serve per conoscere te stesso e per ascoltare gli altri senza la fretta di voler far crescere un rapporto velocemente: ricordati sempre che il sentimento autentico non scappa, se esiste resterà per sempre, quindi non serve correre per paura di perderlo.

Rallentando sarai più sensibile alla tua voce interiore, ai sussurri della tua anima: se ti ascolterai sentirai sorgere un canto meraviglioso… è la tua voce che prima non riuscivi a udire.

Solo nel tuo silenzio, nella pace della tua mente, la tua voce sarà percettibile e non ti sentirai mai più solo, perché avrai te stesso.

Da quel punto, da quella sensazione di completezza, e in nessun altro luogo se non in quello della tua anima, l’amore diviene possibile, o meglio accessibile.

Perché in realtà era sempre stato lì, a tua disposizione, dentro di te.

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