Ti capita a volte di costruire nella tua mente l’immagine idilliaca di un qualcosa che vorresti succedesse di lì a poco? Un amore che si dichiara finalmente a te, un capo che ti fa finalmente i complimenti per il tuo lavoro, un amico che si comporta esattamente come ti aspettavi, e via dicendo? Capita a tutti di avere delle aspettative sul futuro, il problema è che a volte queste possono essere esagerate o irrealistiche, e quindi destinate a essere deluse. Ma cosa succede dentro di te quando queste vengono disattese? Quello scenario che avevi immaginato, carico di emozioni positive, ti porta a sentire nel tuo corpo la tensione che sale man mano che il momento della verità si avvicina. E poi? Se non trovi riscontro nella realtà? Se gli altri non fanno ciò che tu ti sei immaginato? Delusione, frustrazione, insicurezza, amarezza… paura. Paura di ricadere nella stessa illusione, paura di fare qualcosa, di muovere dei passi, paura di agire. Paura che blocca, ingabbia e ti lascia in balìa di una libertà fittizia, in un perpetuo ripetersi di schemi appresi e introiettati, che lasciano poco spazio alla scelta. La paura crea il tuo destino, in cui il futuro non è altro che la ripetizione di radicati automatismi creati dalla tua mente con l’intento di salvaguardarti dal dolore. La mente di per sé è neutra, semplice, non può agire considerando le diverse sfumature di un’esperienza, tende a generalizzare, a semplificare. Purtroppo però, quando ti lasci ingannare dalle aspettative che riponi negli altri (o in te stesso), questo influenza e condiziona fortemente la tua quotidianità.
Come?
Allontanandoti da te stesso per prima cosa. Quando crei un’aspettativa infatti, nella tua testa stai dando uno spazio e un’importanza eccessiva all’altro, e questo provoca uno sbilanciamento dell’attenzione che ti porta a focalizzarti troppo all’esterno, fuori da te, e ti distrae dai tuoi reali bisogni, depotenziandoti.
O ancora, portandoti a voler controllare tutto. Quando ti aspetti che una situazione vada come l’avevi immaginata o che qualcuno faccia ciò che avevi pensato, cerchi in tutti i modi di avere il controllo sugli eventi, su ciò che accade o potrebbe accadere, togliendo ancora una volta forza a ciò che è realmente importante: il momento presente.
Diventando accondiscendente. Quando crei un’aspettativa positiva stai desiderando in fondo che le cose vadano bene “a tutti i costi”, questo però ti porta a voler soddisfare sempre e solo le esigenze degli altri, non le tue, a voler dire sempre di sì, compiacendo gli altri, non te stesso. Puoi ben immaginare cosa succede se le cose poi non “vanno bene a tutti i costi”… frustrazione, delusione, sensazione di essere incapace, essere sempre in balia degli eventi esterni.
Cercando di cambiare l’altro, di aggiustarlo, nella speranza che diventi ciò che tu ti sei immaginato, ma spesso non riuscendo a trovare riscontro nella realtà.
Il problema è che quando ti aspetti determinati comportamenti da un’altra persona significa che non sei presente, non sei nel qui e ora, sei costantemente impegnato a controllare come stanno andando le cose, e se queste non vanno così… delusione, rabbia, dispiacere, senso di ingiustizia e incomprensione, paura. La paura di cui parlo, non è una paura come la conosciamo, non è quella sensazione di pericolo, di tachicardia, di pensiero ossessivo e ricorrente, è una paura radicata, molto più sottile, tanto da diventare parte di te, tanto da non riuscire a delineare i confini e da considerarci “fatti così”. Non ne percepisci più le caratteristiche emozionali ma arriva dritta al suo scopo: il blocco, che ti impedisce di evolverti. Preferisci non agire piuttosto che rischiare di sentire ancora quella paura che ti assale quando una tua aspettativa non viene soddisfatta.
Affrontare la paura profonda significa solo decidere di iniziare un lavoro di introspezione importante dentro te stesso, solo questo può aiutarti a riconoscerla e farla emergere: è l’inizio di tutto, il riuscire a vedere la tua paura di fondo. È semplice tutto questo? No, e i passi successivi sono tanti, ma quello che c’è dall’altra parte è il tuo vero sé, la tua essenza. Sarà un processo, una ricerca che durerà per tutta l’esistenza, per dar luce alla miglior versione di te. E di questo non sarai l’unico a beneficiarne, perché vedendo la paura vedrai una parte di te debole, fragile, impaurita, immobile, incapace. La scoperta di sé prosegue per tutta la vita, ma la nuova persona che stai creando sarà un beneficio anche per chi ti sta vicino, figli, compagni, amici, famiglia di origine, e in una visione più ampia per tutta l’umanità, per quel famoso Effetto butterfly che se consideri non come fattore esterno ma come fattore interno, può portare a un salto di coscienza dell’umanità.