Cambiare se stessi e trovare la serenità della mente

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Non ci sono grandi segreti per contattare lo spazio del cuore e cambiare se stessi, esiste solo una strada e, anche se non ne siamo consapevoli, l’abbiamo già percorsa una volta per allontanarci… ma abbiamo lasciato delle briciole lungo il sentiero e tutti noi possiamo tornare a casa, finalmente.

Sai, essere costantemente nuovi è la chiave del vero cambiamento.

Infatti, a partire dall’affermazione “Panta Rei” (Tutto scorre) attribuita ad Eraclito, una parte importante della filosofia antica e moderna ha avuto come assunto proprio questo: non esiste altro che il momento presente, di momento in momento.

Come una collana di perle, o come una linea retta fatta da un insieme di punti, così è la nostra esistenza: una serie di momenti presenti messi uno vicino all’altro.

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Il grande inganno della mente

Per cambiare se stessi bisogna comprendere come in ogni momento è racchiusa l’intera esistenza e restando legati al passato o proiettati nel futuro, compiamo il crimine più odioso e cioè ci smettiamo di stare nel presente, negandolo e perdendolo per sempre.

Difficile a quel punto, se non impossibile, rimanere nel cuore, quando il cuore anch’esso lo si può contattare solo riuscendo a stare nel presente.

Quello che noi spesso chiamiamo “cuore” non è in realtà il centro del nostro essere profondo, ma piuttosto la rappresentazione delle emozioni che abbiamo provato in passato o che proveremo in futuro, create dalla nostra mente egoica.

Ecco perché in questo articolo ti spiegherò nel dettaglio come funziona la mente, così che tu possa uscire dai suoi meccanismi limitanti. 

Ti faccio un esempio: quando pensi ad una relazione presente o passata che ti ha fatto soffrire, quando piangi per un ricordo doloroso, quando hai paura che qualcosa di minaccioso accada nel tuo futuro, come un possibile abbandono da parte di chi ami, in tutti questi casi non sei per nulla in contatto con il tuo cuore, ma bensì sei identificato con la mente e con la proiezione continua che essa compie al suo interno, continuando ad intrattenerti con immagini spesso spaventose e inquietanti. 

Nel cuore infatti non esiste la paura. Il cuore è uno spazio di assoluto amore. Questo è un concetto fondamentale da comprendere se si vuole cambiare se stessi. 

Così come la luce e le tenebre non possono coesistere, così paura e amore non possono stare nello stesso momento presente. 

Quando provi paura puoi essere certo che l’amore non esiste e che il momento presente è stato perso.

Ma quindi, cosa fare di questo cuore così tanto maltrattato, al punto che sembra sempre farci male da qualche parte? Come si può cambiare se stessi per davvero?

Quello del cuore è un dolore a volte così acuto che alcune persone hanno addirittura pensato di costruirci intorno una vera e propria armatura, una fortezza, nel tentativo di proteggersi! 

Ma ecco dove sta il grande inganno! Ecco dove la mente è stata davvero capace di farci vedere ciò che non esiste: credendo di trovare rifugio nella mente, che all’apparenza finge di essere così razionale, tranquillizzante, solida, abbandoniamo il cuore.

Nella mente però la pace è impossibile. Si può al limite trovare pace nella mente funzionale, quello sì. 

Ad esempio quando avete finito un lavoro entro una scadenza, o messo in ordine i vostri conti, o sistemato casa, o una qualunque delle attività che avete in carico di portare a termine e che invece di procrastinare decidete di concludere.

Ma per tutto il resto, per la parte non funzionale e quindi emozionale, la mente è la vostra Kriptonite.

Entrare nello spazio mentale con un dilemma emozionale significa letteralmente far “crashare” il sistema-mente.

Ma quindi, come funziona la mente di preciso? 

Per comparazione e divisione. È un vero e proprio sistema binario: bianco o nero, giusto o sbagliato. 

Una realtà completamente duale, che poi è quella con cui da bambini impariamo a sopravvivere: sì versus no. 

Questa cosa è buona, la puoi fare. Se la farai sarai bravo, amato, accettato e lodato.

Quest’altra cosa è cattiva, non farla mai e se la fai sarai cattivo, perderai l’amore dei genitori o degli insegnanti, sarai sgridato ed emarginato.

Semplice, no?

Come funziona la mente per davvero?

La mente impara in questo modo e in questo modo ti fa diventare adulto, di fatto compie il suo dovere nei confronti del suo “padrone”: l’istinto di sopravvivenza.

Fino a qui tutto più o meno bene, la confusione inizia però quando continui ad utilizzare uno strumento diciamo “primitivo” per tentare di risolvere spazi che primitivi non sono e che inoltre non hanno nulla da dover essere “risolto”, ma semmai attraversato, accolto, accettato.

Ma queste parole, “attraversato”, “accolto”, “accettato”, per la mente valgono zero, sono concetti che la mente non può minimamente comprendere e che, praticamente sempre, etichetta come stupidaggini.

Ed è qui che ti incasini, e questo punto è fondamentale se vuoi comprendere davvero come funziona la mente e toglierle energie.

Fin che ti ostini a voler capire razionalmente un messaggio che la mente non può comprendere, non fai altro che restare invischiato nella tela di un ragno che tu stesso hai creato.

Sei tu il ragno che tesse la tela intorno a se stesso. 

A volte sono ragnatele bellissime, molto articolate, addirittura artistiche, ma sempre ragnatele sono. 

E tu, ragno, sei a tua volta prigioniero di quella tela perché ne sei il centro e l’origine e non puoi andare da nessuna parte se non rimanere fermo in mezzo a quel groviglio di pensieri più o meno ordinati.

Diventa per cui fondamentale comprendere che se si vuole davvero cambiare se stessi diventa necessario uscire dallo schema della mente e andare a posizionarti in un altro posto: quello del cuore, appunto.

Il cuore conosce ragioni che la ragione non conosce, diceva Pascal.

Mi permetto di dire che non è esatto: il cuore non conosce la ragione in quanto il cuore non conosce il suo opposto, il torto. Il cuore non divide, unisce. Il cuore non esclude, include.

Il cuore conosce tutto e non conosce niente, non ha quella logica, non parla il linguaggio della mente. Il cuore è. E in quell’essere esiste ogni cosa. 

È uno spazio senza confini, infinito tanto quanto non definibile, e cercare di raccontarlo a parole diventa già un tentativo di delimitarlo, di spiegarlo. 

L’unica azione che ci è davvero possibile fare, è farne esperienza diretta.

Attenzione: non è un’esperienza sconosciuta per noi. E qui viene il bello: noi in quello spazio ci siamo nati.

Siamo venuti in questo mondo perfettamente vuoti e fluttuanti in totale amore e non-giudizio, per cui non dobbiamo inventarci nulla o andare a cercarlo chissà dove, o farcelo spiegare da chissà chi, attraverso tecniche complicate o arzigogolate.

Quelle sono tecniche per tenere impegnata la mente, mica il cuore.

Ecco come funziona la mente: ti chiede di imparare, di fare, di sapere. Ti dice che non ne ha mai abbastanza perché non tace mai e si alimenta costantemente con i tuoi pensieri negativi.

Al cuore non serve nulla. Quello spazio è lì, intoccabile e immutabile. Puoi accedervi in qualunque momento, nello spazio dell’Adesso

In un certo senso dunque non è nemmeno necessario cambiare se stessi. Tu hai già dentro tutto quello che ti serve, devi solo tornare alla fonte. 

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Tornare al cuore e cambiare se stessi

Devi solamente tornare a casa. E quando ci arriverai ti sarà subito chiaro che non ci sarà altro da fare o da cercare. Sarai a casa e non ci sarà altro da dire.

Certamente ci sono pratiche che aiutano questo processo. Purtroppo la mente egoica si è talmente ingigantita dentro di te che se non impari come fare a smettere di nutrirla rischi di continuare a farlo per sempre.

Per cui qualunque attività ti faccia stare nel presente, è una benedizione per te e ti avvicina allo spazio di amore.

A partire dalla meditazione, dalla lettura, dall’ascolto di voci o musiche che ti fanno contattare uno spazio più profondo dentro di te, alla natura, al contatto presente con i bambini, con i cani e gli animali in genere. 

Insomma tutto ciò che ti riconnette al momento presente va bene.

Se leggi “Heisenberg” da un po’ saprai che nella coppia può essere molto più difficile fare un viaggio di questo tipo, perchè o si è entrambi predisposti e decisi a fare che la relazione sia uno strumento di conoscenza reciproca, nel senso che l’altro ti aiuta a conoscere te stesso e viceversa, oppure la strada la conosci già: conflitto, paura, rabbia, allontanamento.

Osho diceva che l’altro, in uno spazio di amore, ti aiuta a imparare a stare solo con te stesso. 

Il che è controintuitivo per noi che non facciamo altro che voler stare sempre insieme, sempre attaccati e che percepiamo ogni passo dell’altro in una direzione diversa dalla nostra, come un tradimento, un allontanamento che ci fa soffrire.

Ed ecco che in un lampo la relazione diventa una prigione. 

Non serve nemmeno dire: “Ma dove vai?”, basta pensarlo, basta provarlo, perché l’altro, legato a noi da un filo invisibile ma resistente, si senta limitato e inizi a negare se stesso per rispondere alla nostra richiesta.

Il filo della relazione inconsapevole tiene imprigionato sia il carcerato che il carceriere, i quali condividono lo stesso destino: sono condannati, prima o poi, a detestarsi.

Una relazione consapevole non è esente da questo tipo di meccanismi, dopotutto siamo umani, siamo stati programmati attraverso questo sistema di azione-reazione e quindi si può tranquillamente pensare che non sarà facile per noi diventare altro, essere altro.

Possiamo però iniziare a diventare consapevoli dei nostri pensieri e delle nostre emozioni e di conseguenza del perché delle nostre parole o azioni. 

Quindi per cambiare se stessi ed entrare nello spazio del cuore il mio consiglio è di riportare costantemente l’attenzione su di noi invece di metterla sull’altro, come siamo abituati a fare.

E soprattutto possiamo imparare a diventare meditativi, e cioè ad osservare ciò che ci accade senza esserne completamente identificati. 

La non identificazione con quello che ci accade ci permette di non andare in reazione immediata e quindi, detto in parole povere, ci da il potere di scegliere di non entrare nell’ennesimo conflitto, sia esso esteriore e cioè verso l’altro, o interiore, cioè verso noi stessi.

All’inizio non sarà sempre facile restare “fuori dalla scena” senza assumere un atteggiamento di superiorità creato dalla mente egoica: “Guarda come io resto impassibile mentre tu ti arrabbi e perdi il controllo”… non è quello. 

Lo spazio dell’Osservatore ha caratteristiche molto semplici: è nel cuore, non è giudicante, accoglie, ama.

Davvero non vi sono altre formule magiche, all’interno della relazione con se stessi e di conseguenza con l’altro, per contattare lo spazio del cuore. 

Il cuore è sempre lì, siamo noi che ci allontaniamo e ci incasiniamo. 

Certo non per colpa nostra, quando eravamo piccoli abbiamo subìto condizionamenti importanti, ma ora siamo adulti e abbiamo la responsabilità gioiosa di chi siamo e di chi vogliamo essere.

Se siamo qui è per essere felici in questo viaggio. Riesci a trovare una ragione migliore di questa per vivere?

“Io credo che la vita per chi osa tentare
Possa essere una gioia
Quale non è in mio potere d’intendere
Né di attestare con le labbra
Io credo che potrebbe dilatarsi il mio cuore di prima
Finché l’altro mi apparisse come la breve riva al confronto del mare
Io credo che ogni giorno potrebbe essere come un’investitura
E la pompa regale esser più facile di uno stile minore
Non la triste apprensione che un cambiamento avvenga
Nessun’ombra sul fiore
Nessun trasalimento per l’orecchio dell’ansia né fallimento
Né condanna
Ma certezze solari
La piena estate della mente
Perenne Sud dell’anima
Remota ormai la sua era glaciale”
(Emily Dickinson)

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